(a coloro che non credono che l’ Analisi Tecnica sia utile)


ALICE: Ciao Papà ! Sempre a guardare quegli sghiribizzi, non vedi che è primavera ?
PAPÀ: è vero , sembra proprio primavera, ma tu come lo sai che è primavera ?
A: ma è il 15 marzo, ti sei un po’ sclerato…scusa papà, ma ho un po’ di tosse che mi da molto fastidio.
P: già…già ! Non porti il maglione… ma come è andata a scuola. ?
A: oggi la maestra mi ha fatto fare dei grafici simili ai tuoi, dobbiamo andare avanti per due settimane.
P: grafici , quali grafici !? Fammi vedere…
A: Uffa ! Vuoi guardare anche i miei, va bene. Mi ha detto che devo guardare il termometro ogni giorno, alla mattina e al pomeriggio e poi mettere un puntino in corrispondenza della temperatura, due volte al giorno. Ma non capisco a che accidenti serva. Mi fanno fare un sacco di cose che non mi servono tutte quelle maestre. Ma anche tu avevi otto maestre ?
P: ne avevo uno solo, era un alpino, gli piaceva la montagna e ci faceva cantare canzoni un poco tetre e poi mi dava anche le bacchettate sulle mani perché io ero stonato. Però lo ricordo come se fosse ieri. Ma guardiamo un po’ questi puntini…
A: ecco , vedi, non ci capisco niente !. Quì sul lato sinistro in verticale ci fa mettere le temperature, da 5 a 25 gradi, e in orizzontale i giorni. Mi sembra un guazzabuglio !
P: è proprio così, roba da non capirci nulla. Senti Alice facciamo così: adesso uniamo tutti i puntini della mattina, uno dopo l’altro e poi i puntini del pomeriggio. Ecco fatto , che te ne pare ?
A: papà mi hanno detto di fare solo i puntini, adesso hai scarabocchiato tutto !
P: beh ti farò una giustifica, sennò ti rifarò il grafico, ma dimmi cosa vedi …
A: ci sono due righe a zig-zag ! una più alta e l’altra più bassa, sembra facciano una specie di sentiero di montagna.
P: sei sicura ? non vedi nient’altro? Ma a che ora vai a scuola domani ?
A: alle 8 , uffi ! e vorrei dormire . Però io non vedo niente , sei fissato con ‘sti grafici, ma a che servono ?
P: mmm… guarda , ritracciamo col pennarello una bella riga sui puntini bassi della mattina, vedi niente ?
A: niente ! …ahh fin qui la temperatura sale da 10 a 19 gradi e da qui in poi scende da 19 a 9 . E allora ?!
P: allora mettiti il maglione , perché se continua così…
A: mi hai fregato ! ...Domani mattina fa freddo !!!! ma perché tutte queste cose le maestre non ce le hanno dette prima ???
P: ...perché sono i papà che si devono preoccupare della tua tosse. Allora mi dicevi che è primavera , adesso come la pensi ?
A: che è primavera e che fa freddino la mattina, quindi devo mettere il maglione . Invece il pomeriggio posso farne a meno. Forse più avanti , se la temperatura sale costantemente, potrò farne a meno tutto il giorno.
P: solo questo ?
A: credo di aver capito. Se guardo la linea superiore , domani pomeriggio tardi forse dovrò tenerlo indossato.
P: bene Alice, che dirai alle tue amiche domani quando andate al parco ?
A: di stare allegre e di giocare con me, che domande !
P: un altro suggerimento non glielo dai ?
A: ….. ??!!! …. Che sbadata, forse è meglio che portino anche loro il maglione, non si sa mai !
...
P: ti senti più tranquilla per il tuo giocare in giardino domani ?
A: credo di sì, sono sicura che se porto il maglione mamma non mi verrà a strillare.
P: Ciao Alice, adesso torna a studiare
A: ciao papà e smettila con quei grafici, tanto nella borsa non ti serve il maglione !
P: GRRRRRR !!!

Bolle

(le bolle speculative e la loro bellezza)


ALICE: Sempre con i tuoi grafici !
PAPÀ: lascia stare Alice, è un momentaccio ...
A: perché ? è successo qualcosa , ti si sono scompigliati ?
P: no, è scoppiata una bolla e siamo tutti tesi
A: capisco, però scusa quando io faccio le bolle di sapone lo so che poi scoppiano !
P: questo è vero, ma perché le fai se sai che poi scoppiano ?
A: perché mi piace vederle volare. Io soffio nella cannuccia e ai primi tentativi nemmeno si formano. Escono solo delle goccioline. Insomma non si gonfiano. È come se le bolle volessero farmi un dispetto...
P: Alice ... ! lo so che quando eri piccola ti dicevo che pioveva perché gli gnomi idraulici in montagna si irritavano e starnutivano. Era una balla, ma che le bolle ti facciano dispetti ...!!
A: ... ma nooo. !.. volevo dire che all'inizio bisogna stare molto attenti per fare le bolle. Ci deve essere la giusta quantità di sapone, altrimenti non vengono e la cannuccia spernacchia. Ma poi con un po’ di attenzione si riesce a farle per bene...
P ..e allora ?
A: allora la bolla si gonfia prima alla svelta e poi piano piano, come una cicca americana. Cerco di farle più grandi che posso anche se durano di meno. La cosa più bella sono i colori e quando si staccano dalla cannuccia. Cominciano a ruotare lentamente e sopra la superficie si muovono i colori che galleggiano con loro nell'aria ...
P : come il latte quando gli metti il cacao e lo mischi piano che fa quelle spirali ?
A: no è molto più bello. I colori sono all'inizio più vivaci e poi via via più scuri o annacquati. Poi si fanno come dei buchi nella bolla, come delle smagliature. Sai, quando mamma si lamenta delle sue calze che si strappano...
P: non parliamo di quelle di mamma, mi pare che i tuoi collant siano pieni di questi poetici strappi !
A: Uffa ! non è colpa mia se devo fare presto la mattina per andare a scuola...
P: ...alzati prima ! ma continua con le bolle, via....prima o poi si rompono...
A: È vero, ma ti dicevo il bello è cercare di farle durare il più possibile e aspettare che scoppino. Poco prima che esplodano i colori diventano molto più forti e non riesco mai a capire esattamente quando avverrà il poff ! È come se sperassi che non accada mai, e ogni volta ne resto sorpresa, ecco quello che mi piace è proprio quell'attimo. È come se all'improvviso svanisse una meraviglia e mi viene la nostalgia ...
P: ... non capisco. Ti piace la bolla o quando scoppia ? È come se ti piacesse restare delusa più che ammirare i colori !
A: questa è una cosa difficile. Quando i miei amici mi fanno i dispetti , cioè cercano di romperle appena le faccio, allora mi arrabbio. Allora li scaccio e continuo a farle girata dall'altra parte. Credo mi piaccia vederle vivere, non è solo un gioco con gli amici.
P: Questa è una cosa interessante. Tu gonfi la bolla e poi è come se fosse un po’ una cosa tua, che sai che sparirà. La vedi ondeggiare e la tieni su con la mano o l'accompagni con un leggero soffio, più che puoi, e quindi attendi quando svanirà, ma resti delusa quando capita ?
A: non proprio delusa, molto sorpresa . Se la bolla resiste molto sono contenta, è come se avessi uno dei miei topini in tasca che si muovono e mi fanno solletico. Ecco ! provo una specie di solletico in testa con le bolle e quando appaiono le smagliature mi sento tutta tesa ed eccitata perché so che le bolle stanno per svanire...
P: questo punto proprio non riesco a capirlo e ' come se tu facessi le bolle per ucciderle...
A: ma papà cosa dici !!! Le faccio per vederle crescere e vivere, so solo che poi scoppiano e allora mi resta il ricordo dei colori e dei movimenti che mi attirano. Poi ne faccio altre...
P: hai mai provato a mettere i topini dentro una bolla e vedere se la rosicchiano ? magari piace anche a loro ?
A: sei il solito ! ma come vuoi che facciano dei topini a galleggiare dentro la bolla ?
P: beh , usi una cannuccia piu grande , una specie di anello e gli fai la bolla sopra, sai come fanno vedere al circo , cosi la bolla si forma e il topino resta appoggiato al piano. Certo che magari volano assieme ...
A: sì , poi non guardo più la bolla e sto a vedere cosa fa Max, ma dai .... che gusto c'è ? Max che vola poi !! Mi sa che mamma ha ragione, sei un po’ matto.
...
P: Senti questa . C'era un tizio che si divertiva a fare gabbie speciali per i piccioni per costringerli a fare le cose più strane: gli dava da mangiare in un certo modo per vedere come si comportavano, tipo gli faceva cadere del cibo ogni mezz'ora in gabbia per molti giorni e dopo un po’ di tempo il piccione si abituava ad un tic. Per esempio se molto spesso, quando sbatteva le ali, cadeva anche il cibo allora imparava a sbattere le ali ogni volta che voleva la granaglia , sbatteva apposta le ali perché il cibo cadesse, capisci? . Altri piccioni invece zampettavano con una sola gamba, altri, sempre per il cibo, avere il cibo ruotavano solo a destra. Insomma in breve le gabbie dopo un po’ erano piene di piccioni con i comportamenti più strambi che chiedevano il cibo con le contorsioni più strane. Magari Max con una bella gabbietta piena di colori tenui invece diviene felice ? E quando una bolla scoppia resta sorpreso come te, o forse restando deluso corre a fare le moine a Rosita...
A: ma papà esiste davvero quel tizio che fa quelle cose orrende ai piccioni ?
B: esiste sì, si chiama Skinner. Ma non è che voleva torturarli. Voleva capire come facessero a imparare. Però in effetti non piace nemmeno a me pensare a tutti quei piccioni infelici.
...

A: Questa storia mi ha fatto diventare triste ... butta quei grafici e facciamo le bolle assieme, magari sul naso di Max per vedere se starnutisce , ti va?
P: È una buona idea...però poi asciughi tu per terra; sai com'è, non vorrei che mamma si arrabbiasse ! Io scelgo la cannuccia verde. Usiamo il sapone di Marsiglia ?

Amuleti

(analisi tecnica comparativa)


Papà: Ciao Lola, ciao Alice! Ehi Lola che bella collana hai al collo!
Lola: è un amuleto che mi ha regalato uno zio , è sudamericana, del Brasile
Alice: cos'è un amuleto ?
L: un portafortuna, se lo indossi attira gli spiriti buoni che ti proteggono.
P: perchè non mi presenti tuo zio, mi piacerebbe averne una manciata...
L: ... è tornato in sudamerica ora, poi c'è un amuleto per ogni cosa e bisognerebbe sapere per cose le serve.
A: dai papà, diglielo che è per la borsa e per quei grafici. Hai sempre la testa lì dentro..., ma piuttosto come fa un amuleto a portare fortuna?
B: secondo me non porta fortuna. Semplicemente non pensi a quel desideri e quando ti capita quel che desideri allora l'amuleto è li a ricordari che c'era anche lui. Così quel che accade ti pare una congiura dolce e benefica dell'amuleto.
A: quanto sei contorto papà ! Lola invece voleva andare a Gardaland e l'ha detto all'amuleto e la settimana scorsa suo zio ce l'ha portata...
L: è vero, ma io mica gli avevo detto niente a zio Giovanni. È stato l'amuleto, ne sono sicura. Poi È capitato anche che Roberto ...
A: Lola !? sai che il mio papà è curioso .... poi quella è una cosa che non c'entra niente con la collana.
P: Chi è questo Roberto ? È quello alto dallo sguardo magnetico che suona il violino ogni tanto con Alice ?
A: Lascia stare papà , ma dimmi la verità perchè vorresti un'amuleto.
P: a dire la verità ce l'ho, sta su un grafico e ha un nome, ma non lo posso toccare...
A: come si chiama ?
P: si chiama Nasdaq, e io vorrei averlo sottomano. Credo che porti fortuna . Ogni tanto me ne dimentico e accade qualcosa di piacevole. Quando invece lo guardo accadono cose strampalate.
A: e tu non lo guardare, forse non è un portafortuna ma un porta scalogna!
P: non è cosi semplice. Se avessi una collana che si chiama Nasdaq sempre intorno al collo allora me ne dimenticherei e forse le cose andrebbero meglio. È un po' come se guardo l'amuleto di Lola . Guardando io il suo sono certo che nessuno mi porta a Gardaland invece non guardandolo... forse...
A: ma che dici, se non ti piace Gardaland, non mi ci hai mai portata !. Se vuoi ti metto l'amuleto di Lola subito attorno al collo....
L: non funzionerebbe, ogni amuleto è fatto su misura per il possessore.
P: Vedi Alice ! non funzionerebbe nè per me nè per te. Così ci vorrebbe una collana appasta, tagliata su misura per me che non mi ricordi il Nasdaq o per te che non ti ricordi Gardaland..
A: AAAlt !! Oggi ha fatto molto caldo e mi sembri un po' sclerato. Tu dici che il nasdaq quando non lo guardi ti porta fortuna, poi sostieni che per non guardarlo ci vorrebbe una collanina. Basta non guardarlo ed è tutto risolto mi pare. Perchè comprare una cosa per dimenticare di avere dei desideri ? Semmai si compra per averne. Sei proprio fuso...
P: Forse hai ragione. Ma prendiamo il caso di Lola. Lei ha l'amuleto , ha pensato una volta o due al parcogiochi e poi se ne è dimenticata. Il suo desiderio è piombato all'improvviso nella testa dello zio e tutto si è risolto. Io invece devo sempre sforzarmi di dimenticare il Nasdaq o viceversa di ricordarmelo (e allora guai). Direi che l'amuleto serve a qualcosa. Metti tutti i tuoi desideri lì una sola volta e poi aspetti. Nasdaq o non Nasdaq. Mi pare una bella economia di sogni!
A: In effetti... se tra un fatto e un'altro non c'e relazione, un amuleto fa risparmiare ragionamenti.
P: Non è che non ci sia proprio relazione nel mio caso, ma se ne potrebbe fare a meno perchè certi grafici sembrano in relazione così stretta che è inutile guardarli entrambi. Un amuleto mi diminuirebbe un po' l'ansia.
A: Ho capito ! La prima cosa è che per Gardaland devo mettermi un'amuleto anch'io, la seconda è che lo zio di Lola è in relazione stretta con il suo amuleto . Poi direi ....
P: ...aspetta che rispondo al telefono. Sì.... chi è ?... adesso te la passo.... . Lola è per te c'e un tal Roberto al telefono, a me pare proprio il violoncellista...
L: ...grazie .... ma come sapeva che ero qui ?
P: ehi Alice, ma perchè Lola arrossisce !?
A: ssst !!! .. dai, dai andiamo di là ... volevo chiederti un'altra cosa sugli amuleti...

Cos'è un Indovino


(Analisi tecnica e previsioni di mercato, seguire o anticipare il mercato?)


Alice: Ciao papà mi sapresti dire cosa è un indovino ?
Papà: Beh credo sia uno che azzecca qualcosa di quello che accadrà in futuro.
A: Questo lo sò, ma come fa?
P: Suppongo che sia un tizio che ha un po’ di esperienza e qualche conoscenza. Più ne ha e più ne azzecca. Mette assieme le conoscenze con qualche regoletta e poi si fa delle idee.
A: Del tipo "se accade la cosa A allora deve accadere B" ?
P: Beh questo non è un indovino, questo è un tizio che si chiamava Aristotele che diceva che un effetto ha sempre la sua causa. Per esempio se do un calcio al pallone , allora il pallone si muove, oppure se apro il rubinetto l'acqua scende.
A: Ma dai !!! ma questo non è un indovino è una cosa che sanno tutti.
P: Proprio tutti no, ad esempio sappiamo che subito dopo il calcio il pallone si muove, ma mica dove andrà !
A: Ma papà, che centra questo ! Io volevo sapere ehm... insomma come si fa a sapere se qualcuno ti vuole bene ?
P: Basta chiederglielo... già ma a volte i timidi non rispondono e i gentili rispondono solo per non farti soffrire... certo questo è un problema !
A: Io pensavo a proposito che se uno ti fa dei piacerini, allora ti vuole bene.
P: Mi pare una buona idea
A ... però a volte succede che tu fai un piacere a uno e lui ricambia la cortesia, non è detto che ti voglia bene...
P: Anche questo è vero. Ma se ti manda un bigliettino con su scritto "ti amo" o con qualche cuoricino , credo non ci siano dubbi.
A: ... ma se non te lo manda ?
P: Ci vuole un'indovino !
....
A: Ecco vedi ! ..ma come si fa a indovinare ?
P: ... non è che c'entra Nicola in questa faccenda ?
A: ... Forse un pochino ...
P: Mmm .... certo Nicola è un po’ timido, te la senti di dirmi che succede ?
A: ... succede che è molto simpatico e... mi segue dappertutto !
P: Forse gli hai rubato qualcosa come nel film "Guardie e ladri" , li il poliziotto stanco di inseguire chiedeva :"Perché scappi ?" e il manigoldo :"Perche 'tu mi insegui !". Forse accade qualcosa del genere anche a te.
A: Mi stai dicendo che se uno vede un tizio che scappa e un'altro che insegue si può indovinare che è successo ?
P: Più o meno. Però non è detto che si sappia esattamente che è successo. L'unica cosa certa è che assieme correranno veloci. Magari a zig zag per la strada, però il più diritto possibile, sai per non perdere troppo tempo. Può non avere importanza sapere perché una cosa accade. Ma indovinare grosso modo cosa succederà.
A: E cosa è che succederà ?, visto che secondo te non ha importanza il perché.
P: Che si stancheranno assieme , uno prima dell'altro.
A: Bella scoperta ! Ma chi si stancherà prima, e perché?
P: Generalmente quello più grassoccio e meno agile. Ma l'importante non è sapere chi si stancherà prima, ma dopo quanto tempo si stancheranno assieme?
A: Almeno questo si può sapere! Ma come si fa a sapere dopo quanto tempo si stancheranno.
P: Beh questo è un po’ complicato. Ci vuole esperienza e occorre sapere quando son partiti, come è la produzione di acido lattico, la direzione contraria del vento, come è la strada,etc.
A: ... daccapo !
B: Non mi pare, con un po’ di esperienza ci si arriva. Però se non si sa quando sono partiti e in quale luogo corrono, tutto cade.
A: Stavo pensando: ma come si fa a sapere se uno scappa o insegue ? In fondo se nessuno insegue, nessuno scappa. Se tutti scappassero , nessuno inseguirebbe !
P: Questo è molto più facile. Si vede qualcosa di simile ad uno "scatto" e almeno uno che corre, più spesso almeno due ,uno davanti all'altro. A volte molti inseguono uno o molti inseguono molti. Insomma c'è un gran movimento agitato ed eccitato per strada.
A: Quando noi giochiamo spesso facciamo delle finte e degli scatti, ma mica scappiamo, a volte facciamo delle corse uno davanti all'altro. Cosa intendi per "scatto" ?
P: Beh uno scatto è quando uno esce dal suo tran-tran e si mette all'improvviso a correre diritto in una direzione tenendo qualcosa in mano per portarlo al sicuro. A volte e ' un gioco come bandiera, altre volte gatta ci cova. E se qualcuno dà l'impressione di scappare vien voglia di inseguirlo. Così, per curiosità ... Conoscendo un po’ il quartiere si sà anche più o meno dove andrà. Poi accade che l'inseguitore cerca di capire dove andrà chi scappa, e l'inseguito farà delle mosse strambe per confondere chi gli sta alle calcagna supponendo di sapere a sua volta che pensa chi lo insegue. Il più delle volte vanno sostanzialmente diritto.
A: Uffa , ma Nicola mica mi insegue ! Mi viene dietro... che direzione può mai avere ?

P
: Gia! ....e tu gli stai davanti ... Senti ho visto i compiti della maestra di scienze e volevo parlarti di come son fatti i bambini e le bambine. Non è che hai un paio di minuti... per una bella chiacchierata... ?
A: uffiiii ...

Alice: papà fra qualche giorno comincio le scuole medie, ho letto le materie che devo fare e ho un po’ di paura, sono troppe !
Papà: perché mai?
A: a me piace suonare e leggere, che me ne faccio di matematica, geografia, lingua inglese…?
P: tanto per cominciare suonare è un virtuosismo della musica e la musica ha una stretta parentela con la matematica, anche se non sembra. Poi alcuni scrittori erano anche dei matematici, senza contare quelli che usano quasi formule matematiche per fabbricare libri di successo.
A: non mi vorrai dire che Bach inventò le sue arie con la matematica ?
P: questo no, ma era un talento matematico inconsapevole. Lewis Carrol a cui ho rubato l'idea del tuo nome era un logico , insegnava logica in Inghilterra.
A: ma dai ! ho letto quel libro , c'è tanta fantasia, ma matematica non ne ho vista. Da nessuna parte parla dell'area del cerchio o dei quadrati o delle frazioni.
P: è vero ma se stai attenta , il suo libro su Alice nel paese delle meraviglie si chiude come un cerchio, circumnavigando la storia di Alice come fosse il calcolo di un'area.
A: ecco ! …mi prendi in giro …
P: … Dio me ne guardi, faccio un giro sul cerchio di Carrol che riempiendo di cose insensate e magiche la storia di Alice suggeriva che l'unico senso della vita di una bambina è una dolce giornata di primavera. Cioè suggeriva che la logica è una frazione incoerente,circoscritta e stramba della vita.
A: quei grafici di danno alla testa. Scusa papà , ma perché vuoi mischiare le cose ?. Carrol ha scritto un libro di fantasia e per quanto mi piaccia l'ha fatto per avere successo, non per parlare della logica.
P: qui ti sbagli. È tutt'altro da quel che sembra. Anzi la narrazione, se devo essere sincero, non è poi un gran che. Stufa un poco quel linguaggio. Anche la musica di Bach stufa un poco con tutti quegli andirivieni che a volte sono proprio monotoni.
A: va bene, va bene. Sai ho letto quello che scrivi su di me sul forum. Mi sono anche divertita, ma io non parlo così, non sono così stupida come a volte mi fai sembrare. Poi non capisco perché parli di me in un posto dove si discute di grafici. Che accidenti significa ?
P: Non parlo di te. Illustro agli amici alcuni aspetti della borsa insieme a te, perché spesso si dimenticano alcuni aspetti infantili di chi vuole fare soldi con la borsa.
A: questo non lo capirò mai ! Per me quando mamma torna a casa con la borsa della spesa spende i soldi. Mica li guadagna !
P: vero. Ma tu mangi, studi e tutto questo ti servirà per fare i soldi per vivere quando sarai più grande. Anche per poter usare internet per le tue ricerche, come vuole la maestra.
A: guarda che la maestra ci fa fare le ricerche su internet perché poi con quello che le portiamo a scuola ci fa una lezione.
P: come quella sul corpo umano ?!
A: certo lei ha preso tutti i disegni e i testi che abbiamo stampato da internet ; ha selezionato le cose migliori e poi ci ha fatto un fascicolo per tutti e su quello ha preparato le lezioni.
P: se non c'era internet dunque niente lezioni . Ma tu hai imparato qualcosa su internet ?
A: ho imparato a usarlo, è facile. Si trova tutto.
B: e sul corpo umano cosa hai imparato ?
A: dopo che lei ci ha fatto la lezione ho imparato a conoscere gli organi, il sistema circolatorio e altro. Adesso so perché il sangue dopo le sbucciature fa le crosticine sulle ginocchia
B: Qui non sono d'accordo. Secondo me prima hai imparato che cadendo si fanno le sbucciature e poi che accade qualcosa che è doloroso ma non pericoloso grazie alla coagulazione del sangue. Ma su internet hai imparato qualcosa ?
A: ad usarlo, te l'ho detto, ma non riesco bene a capire cosa sia. Mi sembra un libro o un giornale, con tante notizie di tutti i tipi che si trovano facilmente con un motore di ricerca.
B: Senza internet dunque niente lezioni e niente notizie ?
A: che ragionamenti... !
....
P: Sai Alice ho un problema. Oggi la Telecom mi ha scritto che non mi fa più telefonare. Qui le cose non vanno tanto bene e hanno tagliato la bolletta. Per un po’ dovrai rinunciare a internet.
A: ... ma ...come ?! .. io come faccio per le mie ricerche ?
P: beh, ti piace la musica e leggere, quindi il resto non ti serve a niente. Tutte quelle cose diverse che insegnano a scuola sulle conoscenze umane servono a ben poco per saper suonare e leggere.
A: ...ma ... a scuola come faccio ? se mi chiedono una ricerca come faccio ???
P: usi i libri e l'enciclopedia.
A: ma sui libri ci sono tante cose che non servono, spesso inutili. Occorre sfogliarli tutti e leggere cose che non c'entrano nulla con quello che vogliono i maestri, si perde tempo !
P: Mi dispiace, ma ripeto non mi pare un gran danno, a te interessa solo suonare e leggere e questo puoi ben farlo senza internet.
A: ... ma mi prenderanno in giro. Dovrò sempre chiedere agli amici... Dai papà !
P: non mi starai dicendo che non puoi vivere senza internet !?
A: certo che posso viverci, ma senza mi sento in difficoltà con i compagni e i maestri. Non voglio essere guardata come una mosca bianca.
P : abbi pazienza, vedrai che le cose miglioreranno. Magari un giorno ti farò una lezione sulla borsa parlandoti solo di Bach. O di Bach e internet.
A: ma sono cose che non c'entrano nulla! come i cavoli a merenda. Io credo che a volte ti compiaci di fare queste affermazioni provocatorie, solo per metterti in mostra. Bach e la Borsa , Bach e internet ...??!!, ….ma a quel grafico piccolo che cosa è, sembra una cascata ?
P: È di una società che si chiama Tiscali, fa delle cose per internet.
A: e perché casca così ?
P: perché li dentro ci mettono di tutto un po’ e la gente che prima pensava che di tutto un po’ servisse e ne comprava tante. Ora ne è meno convinta. Ma poi cambieranno idea, perché quando si crede che sia meglio fare bene poche cose poi ci si stanca e rimonta l'idea che se ce ne sono molte il valore di chi ne fa molte cresce di più.
A: come nei supermercati grandi e quelli piccoli ? meglio quelli grandi, no ?
P: esattamente così. Questo anche nel campo delle idee: più sono e più sono interessanti, poi all'improvviso diventano inutili e sembra che l'affollamento di idee sia un divagare senza arte nè parte e si preferisce coltivarne poche. Quelle strettamente necessarie
A: ... alla fine tu dici che dovrò farmi piacere anche le altre materie a scuola ?
P: ti conviene, cara Alice, ti conviene …

Bandiera

(una figura tecnica)


Alice: papà vieni a giocare con me ?
Papà: a quest'ora ? non vedi che sto studiando i grafici ?
A: mettili da parte per una volta e facciamoci una bella corsa.
P: senti Alice alla mia età correre è un problemaccio, si prendono un sacco di storte e di strappi, lo sai che non sono allenato ...
A: ... non proprio correre, con i miei amici abbiamo organizzato una partita a bandiera.
P: com’è bandiera ?
A: ci organizziamo in due squadre distanti una decina di metri una dall' altra; proprio in mezzo chi conduce il gioco chiama due giocatori della squadra opposta tenendo in mano un fazzoletto,
allora i due avversari devono correre dalla propria squadra per acciuffarlo e riportarlo a casa senza essere toccati dall'avversario.
P: e chi vince ?
A: beh quelli che portano a casa più fazzoletti.
P: Alice sei straordinaria !!! fammi dare un'occhiata ai grafici del Comit . Bandiera, già e se fosse una bandiera ?
A: ma io non vedo nulla sui tuoi ghirigori !
P: Neanche io, per adesso, ma questo gioco è divertente e a volte lo fanno anche in borsa. Vengo con te, ma stiamo in squadra assieme naturalmente; io non corro forte e così magari tu fai qualche punticino per la squadra al mio posto...
A: Eh no !! così rischio di perdere ...
P: Si però io offro i gelati .... ai perdenti, sai chi vince ha già la sua soddisfazione.
A: ... allora giochiamo assieme.... DUE gelati magari, tanto so come va a finire con te !

Metalogo sull' Erotismo

(risposta ad una polemica su donne e borsa)


Alice: Scusa papà ma cosa sono i beni durevoli ?
Papà: Sono tutte quelle cose che non si logorano tanto presto. Il frigorifero, l'automobile, la casa....
A: che vuol dire non si logorano ?
P: che si consumano piano e che puoi utilizzarli più volte durante la vita per ottenere qualcosa che ti fornisce piacere. Un frigorifero puoi usarlo per il piacere di conservare il gelato, molte volte. Il gelato invece quando l'hai mangiato non c'è più.
A: allora è meglio avere i beni durevoli, così c'è una soddisfazione piu lunga nel tempo... però ora che ci penso quando abbiamo comperato la cameretta ero molto contenta, poi dopo pochi giorni non dico che non mi piacesse più, ma mi ero quasi abituata e a volte avevo il dubbio che non fosse proprio quello che mi piaceva, anche se la mattina mi piace stare a letto.
P: Beh questa incertezza capita spesso. Però forse dobbiamo distinguere tra i beni durevoli e come il frullatore che rinnova il piacere della bibita e i beni immateriali , quelli contro cui se picchi la testa non provi un gran dolore o senti un tocco, che danno un piacere che si rinnova realmente sempre.
A: come i gelati !
P: centrato ! ma anche la roba da mangiare in generale. Ma c'è anche qualcos' altro...
A: insomma mi stai dicendo che la roba da mangiare anche se si consuma è un bene realmente durevole, o sbaglio?
P: dici giusto. Mangiare, a meno di essere ammalati, dà sempre piacere. Avere il giradischi dopo un po’ stufa anche se fa spesso piacere sentire la musica. Insomma l' automobile dura molto e dà il piacere della guida, la cameretta il piacere di dormirci : tutte e due queste cose però dopo un po’ deludono e stufano. Il mangiare non delude mai (a meno che sia cattivo). Però c'e anche un'altra cosa che dà sempre piacere e non dà delusione, ma di questo ne parleremo quando sarai più grande.
A: .... ! devo farti una confidenza papà .... insomma ....., mamma dice che sono diventata una signorina... è capitato stamane .... ecco l'ho detto !
P: cioè, vuoi dire ...?... Bene Alice sono contento, ora sei quasi grande...., ma hai solo 10 anni mezzo !!!
A: Mamma dice che sono un po’ precoce, infatti sono tra le prime a cui capita nella classe ! Quindi me lo puoi dire, tanto ho capito sai !, me l'hai spiegato l'altra volta per la lezione di scienze e Nicola. ...So cos'è un 'erezione.
P: !!!??? , accidenti a te, sai comèè, ma non cos'è ! vediamo se riesco a spiegartelo visto che sei grande.
A: non ti capisco, perché prendi i grafici?
B: Stai un po’ zitta! Guarda qua questo grafico fino a marzo e dimmi cosa vedi.
A: Una linea che cresce su sù. Ma dai ! ho visto delle foto, non sono mica scema !. Però non capisco come succeda. Ti ricordi quando ero piccola e la mattina mettevo la testa tra le tue gambe in bagno per venire a sbirciare quando facevi la pipì? che ridere papà !!!, anche adesso mi viene da ridere.. com' era ridicolo, ma mica è come il grafico !
P: senti impertinente se stai un po’ zitta, magari mi spiego. Ti ricordi a febbraio in che stato era papà ?
A: certo, eri felice come una pasqua. Eri tutto eccitato e ridevi a crepapelle. Eri pieno di gioia, non ti sei nemmeno arrabbiato per la mia brutta interrogazione di inglese. Anzi erano parecchi giorni che eri felice. Ma forse non sei arrabbiato perché nemmeno tu lo conosci l'inglese.
P: Ecco , magari proprio felice no, ma ero pieno di gioia. Quel grafico in quei giorni mi faceva sentire contento e leggero, come se volassi. Un grande piacere .No , meglio, mi sentivo proprio un dominatore della Borsa.
A: non capisco...
P: ... avevo un piacere, Alice, un piacere un po’ particolare come se mi sentissi il re del mondo, anche se era una cosa temporanea, cioè sapevo che non sarebbe durata a lungo.
A: ma questo che c'entra con la mia domanda ? Anche a me capita quando quando rispondo bene alla maestra o riesco a ottenere ciò che voglio.
P: Quando si diventa grandi, a un certo punto si prova questo piacere e orgoglio di possedere il mondo, come mi hai visto in febbraio, e ci si pavoneggia un po’ con tutti. Ma c'è di più: in certi casi , con certe persone con cui è piacevole stare, questa gioia si rinnova sempre. Questo stato di felicità assomiglia un po’ al mangiare, dà un piacere che non delude e si rinnova sempre come il mangiare. Insomma è come il mangiare, un bene realmente durevole, che non annoia mai. In questi casi ci si sentè dei rè felici, non dei re dominatori.
A: Stai dicendo che quando stai con mamma ... è cosi ?
P: Con mamma è così, ma può accadere anche non con mamma...
A: ...ma papà !!!
P: beh Alice, lo so che è difficile ! La questione è la gioia. Se provi gioia non è importante con chi stai, perché ti senti un po’ la regina del mondo. E quando provi gioia in questi casi in genere non sei sola. Si è almeno in due con la stessa contentezza, in due spesso di sesso diverso ....contenti entrambi, e quando capita si vorrebbe continuasse sempre. Si ricomincerebbe subito da capo.
A: .... come quando Nicola mi segue ? che siamo felici in due anche se non ce lo diciamo ?,o come quando ho l'impressione di essere più forte di Antonio perché gli faccio fare quello che voglio anche se lui è più grande, ma meno furbo di me? o ancora come quando andiamo a pescare e ci abbracciamo come matti per la sorpresa di cosa abbiamo preso ?
P: Come tutte e tre le cose messe assieme , anche se separatamente si assomigliano. Si è felici perché si riesce a ripeterle e si rigenerano ogni volta tali e quali con lo stesso piacere. Questo questo accade abbiamo un bene "realmente durevole e rinnovabile". C'è un sacco di gente che guadagna soldi su queste cose. Da sempre, vendendo qualcosa che assomiglia a questa gioia. Mi pare anche siano quotate in borsa.
A: certo che sei strano e contorto papà. Ciò che è durevole in realtà tu dici non è realmente durevole e viceversa . Ciò che dura lascia insoddisfatti e ciò che svanisce rende sempre felici. Non ci capisco niente. Come può una cosa essere il suo contrario ?
P: lo so Alice sembra una gran confusione, ti dirò di più : c'è chi sostiene che questo non c'entra nulla né con la borsa né con l'economia. E sai perché ?
A: non ti capisco, ma dimmelo...
P: ...perché sembro fuori posto. Sembra che io predichi come un vecchietto nostalgico e non ho che un nick un po’ ridicolo. Però quel che ti ho detto non è mica roba mia: l'ha scritta,molto meglio, un economista , un signore che parla di scambi e ricchezze e ha scritto tanti libri. Si chiama Albert O. Hirshman, scriveva a Princeton e il suo libro è stato tradotto in italiano, perché anche da noi lo leggessero tutti.
A: ti capisco sempre di meno papà....ma sei una dolcezza !
P: questo è un altro nick * , lascia stare.
A: !!!!????
P: :-)


(* ) il nick a cui è alluso è sweetie (dolcezza), piuttosto acido nella prosa, che scatenò la polemica sostenendo che in un sito di borsa si deve parlare solo ed esclusivamente di borsa, e che non si investe se non si conosce l'inglese. Era un trader di commodities.

Metalogo di Natale

24 Dicembre 2001

Giuseppe :-Hai freddo ?-
Maria : -No, ma sono preoccupata, vedo un poliziotto che si avvicina…-
P:-Ehi voi, non si può sostare con quel trabiccolo sui giardini !!! Circolare , CIRCOLARE !-
G: -Lei conoscerebbe un alberghetto, signor poliziotto ? Siamo di passaggio e non sappiamo dove dormire. Ci siamo fermati ,solo un attimo… -
P:-…Si, si, dite tutti così, poi infastidite i passanti con le vostre mercanzie… Comunque cos’ha sua moglie, mi pare sofferente ?-
M:-Niente, non ho niente, sono solo un po’ stanca. Oggi abbiamo camminato molto e in questo periodo mi affatico con niente, poi vede i nostri bagagli sono pesanti come i pensieri che ci accompagnano. Un alberghetto davvero non lo conosce ?…-
P:- … avete i soldi ?-
G: -Pochi, quanto basta per un paio di giorni -
P: -…e dopo ?-
G: -Adesso ,signor poliziotto, ci serve adesso, “dopo” qualcosa accadrà.-
.....
T: -Serve una mano?-
P: -Lei si faccia i fatti suoi!-
T: -È quello che faccio e che dovrebbe fare anche lei…i fatti miei …-
M: -…vorremmo dormire al caldo…-
T: -Guarda caso ho un a stanza libera nella mia casa , vivo solo.
G: -Quanto vuole per un paio di notti ? -
M: -Ma non possiamo, cosa ti viene in mente!?? non possiamo disturbare in questi giorni !-
G: -Ce l’ha offerta ! Che male c’è e il poliziotto non vuole che stiamo nei paraggi. Se è una vecchia casa io posso rifare l’impianto elettrico o sistemare i serramenti oltre che pagare: tu stare a riposarti al caldo. -
P: -Lei veda di non cacciarsi nei guai, con questi rischia di perdere la pace in casa. Per fortuna non mi va di chiedere i documenti. Bah, fate un po’ voi… !-
T: - … ho anche un bel letto e la mia vicina è una vecchia infermiera, magari può servire a sua moglie .-
M: -Non mi servirà, ma fa piacere sapere che c’è; non so quando accadrà se ce la faro’ davvero da sola.-
T: -L’impianto elettrico … avrei proprio bisogno , è tutto così vecchio e le porte cigolano.-
...
G: -allora, che ne dici ?-
M: -Sei il solito testardo, ma lui ti ringrazierà. Va bene, sono proprio stanca e agitata…. Ma Lei come si chiama, almeno sapere il suo nome...
T: -Teologo. Sono in pensione, da molto tempo.-.

Top Teen Language




Cara Girl Power, 97 minuti fa ho conosciuto alla festa della mia vici un raga, tanto karino, era anche amorevole e determinatissimo ma un po' necrofilo. C amiamo tantissimo e oggi facciamo 65 mesi ke stiamo assieme. Raga kuesto e' troppo!!!!! Ho un problema: ha le emorroidi anke davanti. Ke mega kasino girls!!!! Sono disperatissima xke' sono incinta da 2 mesi di un allevatore di piovre cambogiano ke prende meno di 863 euro al mese, ma nn so come dirgli ke mi piacerebbe, anke se vorrei tanto farlo. Penso ke alla fine andro' a cercarmi un riparatore di scopettoni per il cesso cinese, tanto l'ex di mia suocera vomita sulla skodella del cane ogni 7 anni e mi sono innamorata di un riparatore di mangimi per camaleonti indocinese ke vuole sposare il moroso di mia mamma che fa l'arrotino. Ke super fango friends!!
Tanti bacioni, J@kka'99


Care friends, sono Besse e 32 ore fa ho conosciuto all'uni un boy, tanto premuroso, era anche determinatissimo ma un po' malato di aids. Aiutatemi friends!!!!!! C amiamo tantissimo e oggi facciamo 75 mesi ke siamo assieme. Ho un problema girls: spaccia crack alle elementari e ammazza le vecchiette ke fanno la spesa, ma nn vuole ke lo scriva sul diario e in + sono incinta da 9 mesi di un sarto tartaro e nn ho coraggio di dirglielo. Kuesto e' troppo!!!! Sono preokkupatissima xke' dopo essermi tolta l'apparekkio, ho appena conosciuto un riparatore di articoli per l'igiene cambogiano. Mi sa tanto ke alla fine andro' a cercarmi un riparatore di armi keniota, tanto la mia vici fa l'allevatore di pitoni. Vi prego aiutatemi!
T.T.V.T.V.B.T.V.B., Besse'89


Care raga, mi chiamo Krunca, sono insieme da 42 mesi con il mio tipo ke e' fortissimo e stupendo, se devo dirla tutta e' anche impestato di fango e necrofilo xo'. Ke mega storia!!! Il mio problema e' ke si rade le ascelle, ma nn vuole ke lo aiuti a farlo e nn gliel'ho ancora detto. E' troppo!!! Sono preokkupatissima anke xke' dopo essermi tolta un neo, ho appena ucciso con un rullino da 200 ASA l'ex di mia nuora, ma nn so come dirgli di no.


Care girls, mi chiamo @T@, da 79 giorni mi piace un kasino un tipo che ho bekkato all'oratorio ma la mia amika del cuore non vuole ke lo dica a tutti. Il mio prob e' ke gestisce un giro di prostituzione thailandese e da' fuoko agli albanesi, ma nn vuole ke ne parli con i suoi e in + ho appena conosciuto un addestratore di orbettini russo e c facciamo ai cessi pubblici ogni 4 minuti. Vi prego rispondetemi amiche! Sono preokkupatissima xke' dopo essermi tolta 1 costola, mi sono innamorata di un allevatore di ramarri tartaro, ma nn so come dirgli di no, anke se vorrei tanto farlo.
T.T.V.V.B.T.V.V.B.B.B., @T@'94


Ciao girls! Tutto rego? Ho 24 anni, sono Lesty, ho una story da 24 giorni con il mio tipo ke e' divertente e fighissimo, se devo dirla tutta e' anche puttaniere e bastardo. Vi prego aiutatemi!!! Sono disperatissima anke xke' mi restano 3 minuti di vita dopo ke mi sono tolta 1 verruca, ma nn so come dirgli di si, anke se vorrei tanto farlo. Ke storia!!! Ho un problema friends: se lo mena in classe e vomita sulla skodella del cane ogni 5 settimane, ma nn vuole ke si sappia in giro e in + ho appena ucciso la mia amika del cuore con un Leopard della seconda guerra mondiale mentre scopavamo a kasa dell'ex di mia zia e nn lo sa. Mi sa ke alla fine andro' a scoparmi un allevatore di lontre thailandese, tanto la mia amika del cuore da' fuoko agli albanesi. Ke manikomio!!!
T.T.V.T.V.T.V.B., Lesty'24



Razza Padana, dove sia finita non si sa . O meglio si sa, ma non si dice , e anche volendo dire, in fondo mica ha collocato Bond Argentini e quindi chissenefrega.

Ma c'e' un'altra razza padana, che moltiplica bidoni sotto forma di pregiudizi.
Elenchiamoli.

I pregiudiuzio:la criminalita' aumenta perche' (deduzione) aumentano gli immigrati.

E' falso, i reati commessi sono piu' o meno uguali da 20 anni, con oscillazioni cicliche.
Ci sono piu' organizzazioni criminali, questo e' vero, la mafia non e' piu' la prerogativa del Belpaese.
E' vero anche che tra i carcerati ci sono piu' immigrati. E' cosi', per spiegarlo non occorre una sociologia raffinata, ma basta la comprensione elementare. La prima idea che mi viene in mente e' che nemmeno si peritano di assoldare buoni avvocati, ma sforzandoci son certo ne troviamo altre di idee.
Se poi il danno causato sia superiore a quello di chi colloca Bond Argentini o azioni Parmalat o fa a pezzi Telecom e' tutto da discutere.
Il disagio percepito invece e' superiore, qui non ci piove. Come dire che si soffre piu' della puntura di una zanzara che di una mano mozzata.

II pregiudizio: se c'e' l'omicidio di un italiano, rovista bene e trovi un immigrato.

Discende dal primo pregiudizio, per induzione fallace. Anche questo e' falso, ma ci sguazzano un po' tutti.

Esempi di mostro in prima pagina, a memoria: la strage di Erba, lo sgozzato estivo di Brescia,la mantide di Capriolo (sempre Brescia),
Erika e Omar (Novi Ligure), la sparizione del piccolo Giorgio (Brescia ancora) e via cantando.
Ergo, se vuoi sbarazzarti di qualcuno, fallo dove ci sono molti immigrati, sicuramente prima daranno un'occhiata proprio li' e tu rischi di farla franca.
Naturalmente esiste anche qualche esempio contrario, ma non e' la regola. La regola e': il pregiudizio fa le prime pagine e aumenta i lettori.
Il fascino del torbido prende tutti.

III pregiudizio: senza immigrati staremmo meglio.

Falso, staremmo meglio senza molti concittadini "perbene" e qualche immigrato votato a delinquere.
Degli immigrati noi mollicci abbiamo bisogno come il pane. I campi di grano non si incendiano, si coltivano. La mia tintora e' Moldava, la barista Albanese, le scale le lava una Ucraina, il postino credo sia Ganese, il direttore della mia banca invece e' Leghista (soft), il mio migliore amico di Lecco.
Tutta gente piu'simpatica (si', anche i citati atipici) dell'indigeno padano diffidente che ti scruta solo per capire quanto pesi, a che servi e dove minchia vuoi andare a parare.

IV pregiudizio: Brescia e' una citta' quasi invivibile, nei giorni e' festivi espropriata dagli immigrati (l'ho letto qui, gulp!).

Falso, e' vivibilissima, e diro' ,per soprannumero, soprattutto la domenica quando nel centro della citta' ci sono solo immigrati.
Gli autoctoni se ne vanno durante le ferie, gli immigrati invece no, si vivono la citta'. Non hanno II,III o quarte case dove intrattenersi con gli amici. Spesso non hanno manco la prima. Stanno al bar per il caffe', si godono il sole tra i monumenti sui gradini, fanno le "vasche" e chiacchierano.
Per questo son costruite le piazze.
L'ultimo stupro risale a mesi fa: un barista locale autoctono nel retrobottega si e' zompato una cliente minorenne , questo si che e' fico!...infatti non se ne parla piu'.


V pregiudizio: la pena di morte e' un deterrente, scoraggia i crimini efferrati e anche i reati in genere.

Balle, dove c'e' (in occidente, es. USA) gli omicidi restano. Anche sulla punizione dei reati bisogna intendersi, il tasso di carcerazione e' correlato all'intransigenza, ma sa Dio se e' equo. Pensare che su 56 MB di italiani ci son 70.000 detenuti e su 300MB Statunitensi c'e'una citta' di detenuti pari a 2,3 MB mi lascia un po' sgomento: che siano tutti emigrati Italiani in Usa, come i nordafricani qua ?
Mah !
Voler strozzare ogni tanto qualcuno con le proprie mani comunque e' un sano diritto. Ho una lista, ma meglio sto zitto, non ho buoni avvocati sottomano.

Questi pregiudizi hanno come capofila anche un partito politico, non l'unico, che spara cazzzzzate para populiste urlando come una checc@ isterica, alimentando a dismisura tanto i pregiudizi, quanto le cavolate.
Lo stesso il cui leader sopraffino volava a Belgrado (insieme a Cossutta), lodando l'identita' culturale dei serbi (brava gente e chissenefregava del Kossovo) , e gridava invece armiamoci e partite per Bagdad (Cossutta no); lo stesso che ha percentuali di voti a due cifre proprio a Erba e a Brescia (sic !).
Risultato: i serbi ora stanno da dio e gli irakeni sono nella merrrrda piu' nera. Vai a capire.

Anche questa razza padana ora e' un po' nella cacccccca. L'entrata in Europa della Romania alimentera' non poco i matrimoni misti e le separazioni precoci: quale avvenente pulzella rumena sopportera' per piu' di 6 mesi un grosso grasso imprenditore del varesotto ?
Ecco uno spostamento (regolare) di valuta su cui meditare. Le mogli non si pagano in nero.

Mica si dice cotica !

Buon fine settimana,
Zen lento sorriso

Articoli di Fede


Vabbe', io non ho fede e dovrei solo che stare zitto. Rispetto chi ha fede e non mi permetterei mai di rompergli le uova nel paniere.
Il prete non puo' sposarsi ? Regole del cattolicesimo ,che reputo arcaiche, ma sempre regole. A me non danno fastidio. La Vergine per dogma ha partorito senza contatto fisico? Va bene, io non ci credo, ma chi ci crede mica mi crea problemi. Il Papa e' infallibile ? ok, nell'ambito della fede Cattolica lo comprendo e se fossi un Cattolico praticante o anche di sguincio non avrei nulla da obbiettare; nemmeno obbietto alcunche' sulla sua infallibilita' in argomenti di fede e ascoldo anche quando parla d'altro.

Il suicidio e' una cosa sfuggente, chi lo studio' a fondo a cavallo dell'900 (Durkehim) cerco' di classificarlo e poi anche lui si suicido'; tutt'oggi i motivi del suicidio sono controversi, anche se qualcuno recentemente sostiene che fan tutti capo a casi di depressione piu' o meno acuta. Un suicida ha i suoi motivi per por fine alla sua vita o anche li ha apparenti. Alcuni fanatici si suicidano credendo di realizzare la loro missione, tra questi alcuni (pochi, come i Bonzi nel tempo in Vietnam) lo fanno per testimoniare, altri si tirano invece appresso una scia di morte (strumento in terra della volonta' divina). Argomenti discutibili ed eticamente diversi. Pero' io ora rifletto sul suicidio individuale, quello di un tizio che per qualche motivo decide che non vale la pena di continuare, per i motivi piu' diversi.

Socialmente quest'atto e' ovviamente inaccettabile, altrimenti sarebbe la morte sociale. Questo e' tanto vero che le legislazioni (sicuramente quella italiana) perseguono il tentato suicidio (che se uno si e' suicidato chiaramente non c'e' nulla da perseguire). Insomma un contribuente in meno da ovviamente un po' di fastidio, quindi disincentiviamolo. Ma torniamo alla fede Cattolica: un suicida contravvenendo ai precetti divini e' ipso fatto meno cattolico. E questo lo capisco e in fondo e' anche un po' un precetto laico, quindi mi parrebbe ovvio che al di la' delle considerazioni sulla pieta' divina un suicida si trovi nell'oltretomba in qualche ristrettezza e che gia' qui in terra, dopo l'atto, nella pratica non gli si favorisca il trapasso negandogli il conforto della Chiesa. Nulla da eccepire.

Pero',riflettevo, ci son casi e casi, se ben ricordo.
Nell'estate del 1993 (chi giocherellava in Borsa se lo rammenta) il patron della Montedison Raul Gardini riflettendo non si sa su che, in un attimo di debolezza, estrasse la sua pistola e si sparo' nella sua camera, a Milano. Fu una cosa improvvisa, ma discreta, non c'e' dubbio. Gardini era , si dice, uomo importante e di famiglia molto cattolica. Quando si dice questo, si dice non solo che la famiglia era devota, ma faceva numerose opere di bene. Insomma un potente. Suicida, ma potente. Pace all'anima sua. E infatti il feretro fu accompagnato pietosamente da amici e conoscenti, la messa fu celebrata e le cariche ecclesiastiche non si fecero scrupolo nel ricordare che la Fede e' sopratutto pieta' e pertanto era doveroso pregare per lui.
La fede e' anche questo, mi pare eticamente giusto.

Un po' meno il caso di un Welby , che dopo anni di tribolazioni a letto, non potendo fare alcunche', chiede che qualcuno gli dia una mano. Fosse per lui, potendo, si sparerebbe in fronte, ma ahime' non riesce a muovere muscolo. Pero' il tizio e' impertinente, non potendo fare da solo chiede a gran voce che qualcuno gli dia una mano.

Si puo' discutere se qualcuno potesse o meno dargli una mano, questo lo capisco. Pero' qualcuno glie l'ha data e ai fini estremi e post factum il tizio si e' suicidato. Voleva suicidarsi, quindi e' un suicida.
Prima, a rigore, poteva essere considerato come uno che stava per commettere un tentato suicidio, ma per fortuna nessuno ha visto la questione sotto questa angolazione, altrimente sarebbe finito , sempre a letto, quanto meno agli arresti domiciliari.
Ecco, come ben sapete, questo tizio, impotente socialmente e sfigato personalmente (mi si passi la sintesi un po' cinica) e' per le gerarchie ecclesiastice e per il Mondo un suicida.
Pero' a lui han negato il trapasso con una messa funebre. Ci si torce e contorce (cosi' dice eminen Ruini) per questo caso umano, ma la regola e la regola e caspita un suicida non entra in chiesa!
Personalmente non obbietto, la fede e' fede (quella altrui) , me perche' caspita nel '93, tirando le somme, c'era un bravo suicida e questo tizio invece e' una fetecchia ?

Senza intento polemico, se qualcuno mi spiegasse, forse , magari a fatica, riuscirei a capire.
Per il momento la fede non mi coglie, anzi mi allontano un passetto sempre di piu'. Non e' gran male per nessuno, ovvio, oltretutto resto un discreto peccatore, ma per dirla tutta , l'idea,nell'aldila' di condividere la bocciofila con il cardinal Ruini non e' che mi garbi piu' di tanto. Con il tizio invece mi farei un sacco di chiacchierate. Peccato, ma e' che credo non saprei dove trovarlo.
Ora ovviamente diffido; poi chissa'! in materia com'e' noto, sul filo del precipizio, si puo' ben cambiare idea.

L'anno della Lepre



No credo sia il caso di risalire ai perché e percome.
La sinistra ha perso queste elezioni , anche solo per meno di un milione di voti, ma è stata sconfitta. Ma questa è ancora una democrazia rappresentativa, spero, e una sconfitta elettorale non è una sconfitta di guerra. L’avversario elettorale rappresenta una grossa fetta della società , in disaccordo con il vincitore, ed ha diritto di voce, di essere ascoltato e non solo il dovere di prostrarsi davanti al sovrano che detiene per voto la delega della maggioranza.

È naturale che il governo cerchi di avere le mani libere per proseguire i suoi programmi, come è naturale che l’opposizione voglia far valere le proprie opinioni, gli interessi della sua parte; meno naturale è che il potere governativo trovi sempre un pretesto nella cattiveria ,nelle congiure e nella “bassezza” dei propri avversari ormai sconfitti per giustificare la propria impotenza. Perché di questo si tratta.

L’attuale governo ha prodotto un tale numero di gaffe (chiamo così ogni caduta di stile, ogni provvedimento ruvidamente imposto, ogni iniziativa quantomeno leggera, ogni occupazione a suon di fanfara), che non cito solo per carità patria, da introdurre la gaffe come misura normale di governo.
Sono dunque veramente gaffe quelle prodotte in una situazione di perdurante ambiguità? Personalmente, ora, sono portato a non ritenerle più tali, ma a leggerle come uno stile.

Aino-kaarina dimentica per un momento la tua dolorosa storia personale, forse non hai idea di quante storie dolorose abbiano radici nella guerra e nel fascismo anche in Italia, di quante terribili microstorie di sofferenza possiamo raccontare. Lasciamo da parte questo,dimentica solo per un attimo (so che non puoi farlo per intero, perché ogni nostra storia personale è la “vera storia”), dimentica anche le socialdemocrazie scandinave, perché qui ne siamo lontani, giusto un momento dimentica per accogliere solo per un attimo un ragionamento su quello che accade in Italia. Fallo solo per ascoltare ragioni anche se non è nel mio intento convincerti, sebbene sarei lieto di riuscirci.

Quello che accade è seriamente preoccupante.
Non è preoccupante la lottizzazione della Rai (ti assicuro abbiamo assistito ben di peggio), non è preoccupante (limitatamente si intende) l’occupazione dello Stato, non è preoccupante la fine della concertazione (mai esistita nelle piccole aziende sotto i 15 dipendenti), non è preoccupante che ad interim si assista a concentrazioni personali di potere, non è preoccupante che dall’estero costantemente si spari sull’opposizione divisa e frastornata interna, non è preoccupante che si tenti una riforma della giustizia, non è preoccupante che un premier comiziante si rivolga alla nazione solo con conferenze stampa senza mai offrire un solo contraddittorio diretto (al massimo un conduttore fidato) , non è preoccupante che il potere citi con nome e cognome i propri nemici e ne auspichi la rimozione.
Tutto questo non è preoccupante.

È invece assai preoccupante che tutto questo avvenga in regime di monopolio.
Per monopolio naturalmente intendo quello televisivo e pubblicitario che si fonde su un misto di possibilità di direzione delle coscienze e di ingenti flussi di denaro. Quello che Popper (e Pera che lo intervistò, denunciava come preoccupante nel mondo contemporaneo). L’On. Berlusconi oltre che per insipienza altrui ha vinto le elezioni minimizzando il ruolo della televisione nella contesa elettorale e ora si rammarica di aver perso il 17 % (addirittura !) di consensi a causa di qualche ora di trasmissione sulla RAI. Che dire di questa disinvolta argomentazione, proprio nel momento in cui controlla pressochè la totalità delle emittenti ? Anche i suoi più convinti sostenitori ormai si interrogano sulla sua inspiegabile (perché inutile, mica per altro) sparata bulgara.

La storia si ripete, anche se questo girotondo non è mai uguale. Che io ricordi l’unica situazione simile alla nostra accadde durante il maccartismo. La Democrazia in America non morì, ma la sofferenza fu immensa e certo fu uno dei periodi più tetri e bui. Aveva anche una ragione che oggi non c’è , una frontiera che oggi, da anni, è scomparsa. E nemmeno c’era una situazione di monopolio, sebbene l’autocensura nel mondo della informazione e dello spettacolo per il timore di persecuzioni fosse assai grande. Manifestare solidarietà ai tre reprobi per me non ha a che fare con la loro assoluzione per le mancanze particolari, ma con un principio che mi pare ormai assai compromesso se accettato supinamente: i monopolii sono una iattura. Lo sono in generale, lo erano nei media (già c’era il manuale cencelli comunque) quando canale 5 iniziò le trasmissioni, lottando contro il monopolio Rai lo sono ancor più oggi.
So bene che la Rai non sarà impermeabile ad altre opinioni, che questa sparata è una specie di vaccino come lo sono le Jene o Striscia o il Maurizio Costanzo o anche il TG 5 se vuoi, una sparata per deviare piste forse, ma questo non cancella il fatto che siamo in regime di Monopolio imperfetto della informazione e della pubblicità. Un monopolio che si alimenta inoltre, da poco mi pare evidente, già con bassa arroganza e protervia.

Il governo non è un consiglio di amministrazione, la magistratura non è l’ ufficio legale, lo stato non è una line di comando, un paese non è una convention permanente per le ovazioni, la stampa non è un megafono, il consenso non è share. Per alcuni aspetti si possono tracciare similitudini, ma appiattire queste similitudini superficiali ad una pratica corrente è seriamente allarmante, perché là dove tutto si è appiattito o piegato fortemente all’esecutivo ha prodotto sempre situazioni orrende.

Ricordo un bel libro di un finlandese “L’anno della lepre” dove il protagonista stanco della burocrazia ricercava la pace e il senso della vita fuggendo per la Scandinavia, in difesa della libertà ritrovata, di stesso e di una lepre ferita, con grande ironia . Credo che nel caso della informazione ci troviamo in Italia in un simile dilemma: fuggire in cerca di pace o contrastare un grave rischio “burocratico” che ci sovrasta pesantemente (in prospettiva).

Ho letto che ricordi un vecchio film: ho visto quel film che citi (ma non ricordo nemmeno io il titolo, ricordo un piacevole tiritera autoreferenziale tra i due protagonisti: “conosco un tizio”- “Quale tizio ?”, etc ), e suppongo ti piaccia il cinema. Mi è quasi d’obbligo quindi ricordare “IV potere” di Orson Wells, giusto per indicare come già solo una posizione predominante (non monopolista, ma solo molto influente) costruita con intenti “altruisti” sia rischiosa, figuriamoci un monopolio.

Non è questione di sinistra abbarbicata al potere (sia essa intesa come comunista di tempi remoti o di sinistra democristiana avvitata a sgabelli) , ma questione molto meno storica e riguardante il futuro prossimo: diritto di dissenso, diritto alla voce che esprime le sue argomentazioni.

Non intendo polemizzare Aino-Kaarin, né rimpiangere il passato contro un presente che non mi soddisfa, questo spero ti sia chiaro. Ma credimi, in molti siamo ora preoccupati e non per questioni ideologiche. È vero, io sono di parte e confido che molti lo siano perché la varietà e ricchezza per ogni comprensione.
Ciò che preoccupa è che questo requisito della convivenza e del progresso venga meno o si attenui fortemente e che si operi negando la varietà supponendo che l’ uniformità sia una panacea efficiente, che aggira tutti i mali. Ogni laico e liberale sa bene fin dalla sua infanzia politica che una simile idea è la negazione di ogni sua convinzione liberale.
Quest’ultima idea, che un atteso consenso generalizzato sia necessario per governare, sì mi pare assai faziosa, ancorchè diffusa o imposta con sorrisi seduttivi e patinati.
Non mi è mai piaciuto il sorriso del lupo, ma condivido e comprendo il batticuore impazzito e l’ansia della lepre quando lo vede affiorare. Se poi digrigna i denti sarebbe assai sciocco pensare che si appresti a baciare tutti i ratti nel suo territorio di caccia.



Il re e' nudo?

La qualita' di un comico e' di dileggiare o anche predicare le ovvieta'. In questo paese, l'Italia, abituato a congiure di palazzo e pollai, assuefatta a calate di barbari di ogni risma l'ovvieta' e' una cattiva moneta. Piace il trasversalismo , il pensiero barocco, la disquisizione fine e piena di rimandi. Ma l'ovvieta' e l'evidenza immediata e' dimenticata, ritenuta banale e buona solo per il volgo.

L'Italia e' un paese strano, stranissimo, in cui esistono migliaia di detti, levigati e distillati da secoli di sapienza popolare che spesso sono dimenticati: sono ovvii e ritenuti stupidi , buoni solo per svinalleggiare chi li pronuncia a meno che sia uomo di successo o di potere. Sono ritenuti invariabilmente luoghi comuni che hanno ormai solo forza nel discorso retorico , negli slogan, e nei codici per le dispute politiche.
Ognuno, pensandoci appena, potra' ammirare sui giornali lapparenti ovvieta' che ci raccontano. Ma non sono queste le ovvieta' su cui e' bene condurre una riflessione , perche si tratta solo di retoriche pubblicitarie.

L'ovvieta' e' incarnata in italia dai Comici, mai il loro successo e' stato cosi' grande come negli ultimi anni.
E non parlo dell'ovvieta' delle barzellette del Bagaglino che raccoglie tutte le poveta' della corte compiacente, ma dell'ovvieta' della satira che a destra esinistra e' a volte osannata e piu' spesso mal digerita e ancor piu' spesso censurata. La comicita' e' divenuta anche giornalismo televisivo di successo, che ha quasi soppiantato quello tradizionale nella audience, mancando ormai alla professione qualsiasi seria propensione all'inchiesta.

Parlo dell'ovvieta' dei Giullari , cattiva e graffiante contrapposta allo scherno e alla barzelleta accaompagnata dalla pacca sulle spalle. L'altro grande comico italiano non ha un blog, ma solo perche' si e' impossesato dell'Italia complici i nostri voti. Forse non potra' che essere cosi': assistiamo ad una grande battaglia tra comici mancando ormai ogni riferimento reale ai trend, alle mode industriali, alle immagini edulcorate che quotidianamente e diligentemente ci vengono proposte.E gia' solo questo dice la poverta' verso cui ci dirigiamo a grandi passi, ridendo allegramente. Esportiamo aria fritta.

Propongo questo bell'intervento di Beppe Grillo che racchiude (quasi involontariamente) due modi di intendere la professione del comico. Grillo ricordo e' stato testimonial di yogurt e lavorato nel mondo pubblicitario, la sua enfasi "profetica" e antagonista e' nota e puo' anche non piacere . Ma le sue analisi sono talmente serie e dettagliate che questo pezzo assume i tratti di un serio saggio di sociologia economica oltre che di sociologia politica e (leggete la prima parte) una acuta analisi di marketing.
Quale sia l'altro comico e' talmente ovvio da procurare un serio brivido di spavento.

Una lettura non fara' per nulla male, anche per chi si diletta in investimenti.

http://www.blogoltre.it/blog/archives/000348.html#more

Buona settimana

PS questo blog mi e' stato segnalato indirettamente da Renzo, che ringrazio

Lettera aperta a Maurizio Sella




Egr. sig. Maurizio Sella,

forse sono ingeneroso. Ammiro la sua Banca , utilizzo il suo tol che ritengo efficiente , e mi incute rispetto il fatto che lei sia un discendente di Quintino Sella. Lei ha anche una carica importante, rappresenta istituzionalmente tutte le Banche Italiane come Presidente dell'ABI. Dicevo che sono ingeneroso perche', per puro caso e causa insonnia, ho sentito un suo intervente al Maurizio Costanzo Show di oggi 19 gennaio 2004 sul crack Parmalt e mi sono probabilmente perso altri suoi interventi assolutamente saggi, spero piu' saggi di quello che ho colto.
Gia' perche questo suo intervento e' tutto fuorche' saggio. Magari giustamente preoccupato , ma non saggio.

Lei ha sostenuto una cosa assolutamente elementare e per certi versi condivisibile; ha piu' o meno affermato che che il popolo Italiano e' quantomeno sciocco (vero non ha detto esattamente "sciocco"), perche' in questo paese non si e' compreso quanto gia' in Inghilterra sanno da tempo : il risparmio ha a che fare con i Titoli di Stato e non con i corporate bond o con le Azioni ( dimenticando peraltro I Fondi Comuni spacciati in passato per risparmio); una cosa e' il risparmio, ha continuato, altro e' l'investimento. L'investimento e' rischio, ha sottolineato ripetutamente, quindi a suo avviso inutile lamentarsi quando l'alea ci e' sfavorevole, anche nel caso della Parmalat o di altri crack. Questo ultimo aspetto e' condivisibile, ribaltare la frittata no.

Io non ho nel sangue la storia bancaria italiana come Lei , ma questo vezzo diffuso di fornire patenti di imbecillita' , seppur con garbo ieratico, ad una intera popolazione mi pare leggermente stonato. Posso immaginare o anche solo fantasticare cosa nasconda il caso Parmalat, posso anche (seppure io sia all'oscuro di tutto) concedere che questo crack (le ricordo se ce ne fosse bisogno che deriva da ripetuti, reiterati, falsi in bilancio con complicita' locali e internazionali molto diffuse) abbia avuto menti diaboliche piu' in gruppi bancari esteri che nazionali. Ma lei non puo' continuare col ritornello degli sprovveduti , degli avidi, dei farneticanti risparmiatori improvvisatosi investitori come la Casalinga di Vigevano. Non puo' per economia dell'intelligenza , per illustri ascendenti, per una carica che ora certo le fornisce molte preoccupazioni.

Non puo' , non le e' concesso; perche' le Banche italiane in questi ultimi anni sono state sempre un riferimento costante dei risparmiatori, ma le loro consulenze non sono sempre state limpide e nemmeno le azioni intraprese dai loro consigli di amministrazione. Certo parliamo di casi, non di tutto, ma casi consistenti.
E' di questo che si parla e' di questo che in molti si sono accorti, non si tratta solo di un ribasso di Borsa.

Per carita' non mi riferisco al mercato azionario, ma proprio alla tutela del risparmio: Bond Argentina, Fondi Comuni IMI, Cirio, Societa' di Calcio, prodotti camuffati Montepaschi, Parmalat ....e poi, poi .... poi continui Lei, perche' sicuramente la sua memoria specifica e la sua competenza storica sono ben migliori della mia mente evanescente.

Oggi (ieri ad esser precisi data l'ora in cui scrivo) le quotazioni di Capitalia hanno realizzato il 10 % ,dalla sera alla mattina (molto di piu' tra minimo e massimo), forse per qualcuno sara' anche sintomo di buona salute per la passata la buriana, e forse hanno anche ragione; io mi permetto solo di ricordarle sig Sella che Capitalia e' la storia d'Italia fin dallo scandalo della Banca Romana e che nell'ultimo decennio racchiude in se' la Banca di Roma e la Bipop (che certo non fu un esempio di limpidezza) e e' stata culla non secondaria di tutte le questioni di cui si discute in questi giorni . Sono certo che lei ne sa assai piu' di me e non pretendo me lo dica, solo chiederei un piccolo ripasso di storia.

Signor Sella per la carica che rappresenta io credo sarebbe assai meglio per tutti smetterla con questa sgradevole contumelia sulle siocchezze degli Italiani (che pur non sono esenti dal commetterne) , sarebbe il caso anzi di evitare assolutamente simili commenti, perche' mi creda, se mai mi leggera', i guasti sono talmente diffusi e il fastidio e' tanto grande che questo ritornello infantile , questo si' un po' sciocco, non fara' che sommergere di sfiducia il sistema bancario e questo spiacerebbe a tutti, e tutti ne conosciamo l'importanza.

Questa di Parmalat non e' una orchestrazione di stampa per screditare il sistema paese come i bollettini Abi sostengono, ma proprio un auto screditamento mefitico tutto nazionale, A cui il sistema bancario, certo ancora solido, ha dato un bel contributo. Non e' sufficiente accantonare fondi per i risparmiatori per recuperare la credibilita', ci vuole credo qualcosa di meglio e di piu'. Meritiamo qualcosa di piu' che brioche e valanghe di prospetti informativi, meritiamo un suo lavoro piu' attento come presidente di quel fortilizio assediato che e' il sistema bancario oggi.

Ho sentito, prima di spegnere il televisore, anche una bella tirata sulla costituzione di una nuova Autority del Risparmio, mi pare fosse dell' on. Marzano (data la stizza non sono certo di averlo riconosciuto), che pareva veramente contrariato dal fatto che revisori fornissero poi consulenze alle societa' di cui certificano i bilanci. Oddio questa e' proprio un fatto comico, scandalizzarsi o quasi di una pratica diffusissimia (se ne parla almeno da 30 anni a proposito del collegio sindacale) e recentemente dopo il caso Enron, tanto piu' comico pensando che l'Onorevole ha portafoglio in un Gabinetto in cui l'incompatibilita' e' grande come una piramide in un campo di calcetto !
Ma mi pare che lei sia contrario a questa idea di una ennesimaa Autority (mi pare , credo d'aver inteso), nel qual caso concorderei con lei.

Vede sig Sella non desidero buttarla in politica, conosco le debolezze mie e di questo popolo straordinario, ma apparire sempre imbecilli ci disturba un po' e penso lei comprendera'.

La ringrazio per l'eventuale attenzione e non posso che aggiudicarle, come si faceva tra il volgo in una vecchia trasmissione radiofonica che un quarto di baba' per il suo intervento, mezzo via. Ma solo per la carica che ricopre e se la cosa non la infastidisce troppo regalarle il naso di cartapesta gia' usato dal sig. Doris alle convention del suo gruppo, membro ABI.

Scusandomi per il disturbo, le auguro un buon lavoro in questo momento assai difficile,

Zen lento



PS: ci tengo ad informarla che sono un estimatore dei titoli di stato italiani e anche un piccolo investitore in Fondi e Azionariato, e che nel mio portafoglio (imparando) ha sofferto un solo fallimento, una modestissima cifra in una societa' di logistica guidata da un Conte di Trieste. Ho un segreto per questo: mai seguito il consiglio per i piccoli risparmiatori fornito da un consulente bancario, dopo che ho visto come si concedevano fidi ad aziende di buona fama e patrimonio familiare: ovvero solo sul si dice...
Pura fortuna naturalmente.



Tempo fa io e Luigir ci demmo appuntamento a Genova per il G8. Ora lo invidio, perché per motivi di varia natura a me non è possibile mantenere l’impegno. Ma qualcosa devo fare.
Ho seguito i preparativi di questo vertice e oggi ho appreso le notizie di un attentato senza paternità e visto le misure di interdizione che mettono in isolamento l’intera città.

Invidio Luigir e tutti coloro che si recheranno a manifestare sotto la Lanterna almeno tre volte: perché credo in alcune delle loro buone ragioni, perché contrariamente a me ci saranno, perché la loro presenza non sarà inutile come si vuole far credere.

Non posso sostenere di condividere tutti i motivi di chi manifesterà, sicuramente non condivido chi profitterà dell’occasione per scatenare atti di vandalismo e violenze. Sono ormai certo che qualcosa accadrà , così come sono certo che alla prossima partita di calcio quattro scalmanati metteranno a ferro e fuoco una curva. Ma non tutti i tifosi sono scalmanati e mai si bloccano treni di tifosi alle stazioni o addirittura le si chiudono ai viaggiatori come capita in questi giorni a Genova.

Mi perdonerà Luigir per questo innaturale paragone sportivo, pur sempre tanto caro alle scuole e alle pratiche delle scuole di management, nonché al Presidente Berlusconi. E’ un paragone assai improprio: negli stadi e fuori dagli stadi accade settimanalmente in genere ben di peggio di quanto con probabilità accadrà a Genova per l’ordine pubblico. L’improprietà del paragone sta proprio nel fatto che le partite si susseguono comunque e si legittimano con i tifosi e con i facinorosi, a Genova invece i tifosi sono ritenuti al Ministero degli Interni tutti potenzialmente violenti; la mano, tesa in un primo tempo, è stata immediatamente ritirata, non so quanto più improvvidamente o scientemente.

La “partita” di Genova con tutte le misure di sicurezza che l’hanno trasformata in un carcere a cielo aperto, che l’hanno isolata dall’ Europa sospendendo temporaneamente trattati internazionali, appare ora come una partita truccata in partenza. Qualcosa “deve” accadere nelle piazze, volenti o nolenti sotto le telecamere del mondo intero, tutto congiura in questa direzione.
Una elite legittima, con inusitate e sproporzionate misure di ordine pubblico, afferma che tutto può circolare nel mondo, tranne che gli uomini uniti ai loro pensieri; nemmeno tra quartieri isolati l’un l’altro con inferriate alte cinque metri, frapposte tra vicolo e vicolo. Alla televisione Genova sembra la scenografia di un fiIm carcerario. I confini che si aprono ai traffici economici , si chiudono parzialmente alle persone. Il mondo è rinchiuso nell’angustia di un vicolo, il cosmopolitismo è questione di roba.. Genova è un Quartier Generale e il suo libero statuto cittadino per alcuni giorni è sospeso dagli Stati Maggiori.

Queste misure mostrano un claustrofobico rigore che trasforma l’antica Repubblica Marinara in un fortilizio impenetrabile e in un da film da fantascienza dove spazio, tempo, aria e terra sono cintati angustamente.
In me, vedendo tutto ciò, è cresciuta ansia e angoscia, quasi Genova e l’Italia fossero poste sulla frontiera tra Israele e Palestina in una guerra vera. Un nuovo muro di Berlino mi pare sia stato eretto, sebbene mobile. Vedendolo mi chiedo se la sua mobilità non sarà segno di permanenza flessibile , piuttosto che di temporaneità ed eccezionalità. Mi chiedo ancora se questo muro non sia in costruzione direttamente dentro le nostre coscienze sfruttando un uso iperbolico e quasi paranoide del bisogno di sicurezza che c’è in tutti noi.

Ben comprendo l’importanza e la delicatezza di questo vertice e i pericoli di terrorismo che agitano nuovamente il mondo, ma quello a cui assisto mi sembra un incentivo a delinquere per i facinorosi che hanno la violenza nel DNA, per i delusi che hanno creduto nella mano tesa delle autorità, per i semplici che sentono traditi i loro buoni diritti di non essere d’accordo, per gli esaltati di ogni risma che si si sentiranno santificati da una sfida estrema e ardua, per tutti i romantici che ricordano che da quelle parti sullo scoglio di Quarto un esaltato partì con mille eroi. Il senso di sfida o di umiliazione, il desiderio di rivalsa, radicalizzeranno qualcuno in più, piuttosto che contenerne i gesti. Mi pare insomma una cronaca annunciata perché alzando la posta in gioco si alza non solo il prezzo, ma anche la gloria della conquista del trofeo.

C’è una prova di forza in atto, una regia d’immagine tanto studiata , un tam tam di atti e di misure di scoraggiamento, che mi lasciano perplesso e per molti versi indignato. Una simile esibizione di misure a maglie strette d’acciaio, fa crescere la mia indignazione più che rassicurarmi che cresce di pari passo col desiderio di non volermi sentire impotente. Credo molti proveranno questi sentimenti ambivalenti.
Come molti seguirò quella che sempre più è una kermesse televisiva, dove ben so’che l’esibizione del fatto esemplare ,dell’intento roboante , la rassicurazione perentoria sulle deliberazioni ufficiali tenterà di umiliare l’utilità di qualsiasi proposta o pensiero contrario a questa Yalta televisiva. Ma ben so anche che poco capirò di quello che realmente succederà, non essendo fisicamente in quel luogo.

La diretta televisiva tra i tanti pregi ha il difetto di eccitarsi più della folla, perché amplifica ogni cosa. Eccitarà poi gli eventi, ricostruendo una apparente sterminata moltitudine di gesti in finestre e in reiterazioni : così una infima parzialità apparirà come una totalità certa, assoluta e abnorme. La pluralità degli accreditamenti televisivi è fortunatamente una buona garanzia, ma le immagini emblematiche sono pur sempre poche e semplificatrici.
Anche per questo a ben vedere invidio quindi tutti coloro che a Genova, ben sapendo di non essere decisivi sulle sorti di quei 9/10 della popolazione del mondo forzatamente esclusa dal tavolo degli otto, comunque andranno sforzandosi di manifestare ostinatamente e pacificamente le loro opinioni.

Guardando la Genova medioevale ingabbiata nei caruggi, più che l’Era dell’Acquario intravedo l’avvento di un nuovo Medio Evo. Probabilmente esagero, ma dalla testa proprio questa sconsolata impressione non mi lascia. E’ un controsenso pensare il mondo come un enorme libero teatro e assistere poi alla blindatura di accessi di una intera città in via preventiva , sulla base di qualche sassaiola del passato. Solo in tempo di guerra le città sono confiscate.



Recent Comments