Questo post e i precedenti sono stati scritti con un unico contributo il 12 maggio 2007 e qui riportato ora con leggeri rimaneggiamenti di forma. Oggi, giugno del 2008, la questione delle mestre pedofile è ormai cancellata nei toni e dalle cronache, caduta in un generale discredito anche nell'opinione pubblica lasciando il posto all'idea che si trattasse di una riproposizione della caccia alle streghe.

Scomparsi dalle cronache anche i comprimari della vicenda, questa rimane per nulla conclusa dal punto di vista processuale. Ci vorrà tempo perchè anche questo aspetto trovi la sua naturale conclusione, e in italia i tempi sono lunghi.

Una coda per nulla piacevole dal punto di vista del diritto di cronaca è stato il sequestro sul territorio nazionale del libro di Claudio Cerasa dedicato ai fatti Rignano Flaminio, ordinato dalla Magistratura su denuncia di alcuni genitori di Rignano. Ceraza fu uno dei pochi che nel maggio 2007 fece il suo lavoro di cronista.
La sentenza definitiva poi ordinerà il dissequestro, dopo 70 giorni, nel 2008.

Rignano Flaminio ha comunque originato diverse riflessioni, sulla magistratura, sulle consulenze psicologiche prestate alla magistratura, sulla scienza degli abusologi di professione, sui falsi abusi, sulla consistenza della pedofilia nella società italiana, sugli abusi sessuali nelle scuole, sul ruolo delle associazioni di tutela dei minori, sulla pedopornografia, sulla sicurezza come allarme (bambini rapiti, traffico di bambini, traffico d'organi).

Doveroso segnalare chi con maggiore sistematicità e continuità si interessa a questi temi, fonti preziose per chiunque intenda affrontare questi fenomeni veri e presunti o desideri raccogliere una ricca documentazione, annotata tra i testi e nei link:

giustiziaintelligente blog
il Giustiziere la Fabbrica dei Mostri blog
Centro documentazione falsi abusi


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12 Maggio 2007


Di seguito non leggerai nulla di scientifico sulla pedofilia in Italia, ma solo osservazioni ragionevoli in merito al caso di Rignano Flaminio, noto alle cronache come il "Paese degli orchi" o "Asilo degli Orchi", scoppiato il 24 aprile del 2007 a seguito di una inchiesta della Procura di Tivoli in seguito alle denunce di presunti abusi sessuali presentate da alcuni genitori della scuola Olga Rovere. Qualsiasi cosa ti aspetti non leggerai sul caso nulla di definitivo, perché continuerà ad interessare la cronaca e il costume per lungo tempo, probabilmente sotto la voce "Misteri di Rignano" o analogo.

La riflessione è stata originata dalla personale perplessità e incredulità, dove per 15 giorni si è cercato di capire cosa accadesse. Troverai del materiale e indicazioni in ogni post e una cronaca quasi quotidiana degli avvenimenti rilevanti che si protrae fino ad oggi.
Altro materiale lo troverai sullo stesso sito qui e in blog che hanno considerato l'argomento a partire dal 24/26 Aprile,e senza alcun contatto tra loro, mossi da analoghe perplessità sul caso : Il giustiziere , Giulio Mozzi , DrBrunvard.

Lo dico con scarsa soddisfazione e grande rammarico: la vicenda di Rignano Flaminio era incredibile e inverosimile fin dal primo giorno, dal punto di vista logico, prima ancora che dal punto di vista dei fatti.
Era inverosimile per la quantità di implicazioni che richiedeva, ma ancor più era inverosimile per la coralità e l'assoluto pressapochismo e la superficialità con cui e' stata tratta dagli operatori del settore dell'informazione almeno fino al giorno 27/28 aprile.
La stampa quotidiana (ma generalmente tutto il sistema dell'informazione) ha effettivamente ampliato la questione soffiando sul fuoco nei primi giorni , preparandosi a gestire il seguito prestandosi a far da megafono alle ansie e le paure peggiori in una girandola di crescente incredibilità.
Molti giornalisti, anche smaliziati, escono malconci da questo meccanismo di rincorsa della ghiotta notizia, e anche metabolizzano in fretta poi.

E' caduta in questa vicenda quella speranza di poter affidare alla stampa uno spazio di riflessione che la televisione di per sè non avrebbe di fronte alle news. La cosa peggiore è che molti professionisti hanno prestato credito totale non solo alla tesi colpevolista, ma si sono prestati a passare sulla stampa a larga diffusione le veline senza alcun senno deontologico: la loro funzione si è appiattita o alle prime agenzie stampa o a qualche stralcio dell'inchiesta trapelato, tanto da nemmeno usare in diversi casi il doveroso condizionale, in un canovaccio generale di frasi fatte a furor di colpi di titolo degni del peggior giornalismo.

I giornalisti della carta stampata, ancor prima di quelli dell'etere, avevano tutti gli strumenti per assumere una posizione almeno scettica, anche stando seduti in redazione, ma non forse l'esperienza per farlo o, peggio, la supponenza di non doverlo fare. Dopo aver dato credito alle più incredibili ambientazioni, alle descrizioni strampalate, si sono ritirati pian piano così da levigare i toni in una lenta sequenza : prima orchi, poi presunti orchi, poi presunti fatti (stessa sorte per pedofili, abusi, mostri etc).
Ci son voluti dai 3 ai 4 gg dalla notizia per assistere a questo lieve mutamento.

La tv ha sfruttato più a lungo le possibilità di montaggio e la celerità , la frequenza dei servizi o presunti servizi , ma non è stata esente dal comportamento generalizzato di una trasandatezza certa. L'ho seguita poco la Tv , quindi non mi esprimerò più di tanto, nemmeno potrei documentarlo.

Questo orientamento colpevolista e deolontologicamente superficiale ha contagiato la maggior parte dei media in un inziale effetto di amplificazione, partendo dalle agenzie stampa a cui molti operatori fan riferimento per cucinare il servizio redazionale (ma anche le tv).
Il clima accusatorio è stato indipendente dagli orientamenti delle testate, per questo il fuoco è dilagato prontamente. Nei casi migliori i servizi sono stati spezzati in due sul medesimo giornale più nei toni possibilisti che non nell'impianto colpevolista.

L'esame dei principali servizi rivela uno schema semplice: titolo accusatorio e gridato, molti particolari morbosi , un po' di colore, qualche rara)intervista politicamente corretta , citazioni dell'inchiesta in chiave colpevolista , indulgenza ai particolari piu' raccapriccianti, pochi cenni a dubbi e prevalentemente verso il fondo dell'articolo o inframmezzati a panino tra le righe con qualche dichiarazione degli avvocati di difesa degli imputati.

Questi ultimi aspetti non sono una novità relativa al caso specifico, fan parte dei problemi della stampa. Le novità stanno nella sciatteria e nel pressapochismo, nella pressoché totale inerzia con cui i resoconti sono stati scritti anche successivamente , nel l'insistenza con cui si é creduto in questo crescendo da pessimo film dell'orrore di poter o dover difendere il proprio operato precedente quando gia' si insinuavano, tra i piu' cauti, seri dubbi sul caso. Così e' nata l'ennesima presunta emergenza nazionale della pedofilia.

Le prove evidenti di questa incompetenza totale ci sono: l'articolo di Carlo Bonini su Repubblica del 26/4 che mostrava già le precoci incrinature dell'inchiesta (se lui l'ha fatto perche' la stragrande maggioranza dei giornalisti non e' riuscita condurre una indagine simile, anzi hanno adottato il medesimo cliche' nei giorni successivi?) e il giudizio del segretario dell'Ordine dei Giornalisti sull'operato dei suoi colleghi emesso molti giorni dopo .

Pressochè tutti gli interventi dei primi lettori internet, bombardati da tali certezze, come testimoniano gli interventi iniziali in vari forum o nei commenti di blog, o ancora nei commenti ai quotidiani online, è stata unanime nel timbro: sdegno, orrore, colpevolezza , richiesta dipena di morte, mai rintuzzata nella stampa proprio, quando quando l'Italia si faceva promotrice di una moratoria internazionale.
La pancia ha risposto subito all'appello di chi dovrebbe con misura e per mestiere mirare un po' al cervello. In questo i giornalisti tutti han trovato immediatamente il loro pubblico, alimentando ancora la credibilità di presunti fatti di per sè , alla nascita, già scarsamente credibili in via logica..

Vale la pena di notare ,sebbene appaia superfluo, che l'ansia per i presupposti casi pedofilia di Rignano, le condanne più determinate ed immediate, il tono battagliero e intransigente si sono manifestati sopratutto dalle voci femminili. Questo riguarda sia i servizi in firma sulla stampa, sia i commenti a tali servizi , sia i commenti nei forum e nei blog (ma escluse le insegnanti di ogni genere).
Il fatto che a Rignano (come in tutti i casi analoghi) siano implicate donne accusate di presunta pedofilia, rende ancor più accesi i toni di sdegno e nei migliori casi smorza il contenuto dei commenti che esprimono qualche timida perplessità .
Che siano le donne a parlarne di piu' probabilmente ha anche altre ragioni, naturalmente la primaè che si curano di piu' in famiglia dei bimbi e pertanto sono più accorate, ma altre plausibili andrebbero prese in seria considerazione.
Le donne giornaliste si sono anche mostrate piu' restie a cambiare opinine e a matenere ferme le loro convinzioni colpevoliste al progredire del caso. Occorrerebbe una discreta pazienza , ma una riflessione anche sul pregiudizio relativo agli accadimenti e ai simboli apparentemente in campo nell'immagine dei giornalisti di cronaca e dei loro direttori forse contribuirebbe a spiegare questa accettazione insensata , direzionalmente univoca, platealmente insistita.

Come esempi di cattivo giornalismo, grande o dilettantistico, giusto a per riassumere, senza pretesa di completezza o ordine, e senza voler per rilasciare pagelle, mi corre di citare i seguenti:

Il manifesto1 il manifesto2 La Stampa1 La Stampa2 La Stampa3 La Repubblica L'unione Sarda Agenzia Radicale Il Giornale icn TgCom La Padania Quotidiano.net Il Corriere della Sera Il Resto del Carlino La nazione Il giorno Affari Italiani

A questi aggiungo chi platealmente nemmeno si è sognato di non offendere la sua e nostra intelligenza con un esempio televisivo che reputo della peggior specie nel campo dell'informazione presunta raziocinante. E' andato in onda ben 15 gg dopo i fatti e quando molti media avevano almeno già vistosamente corretto o moderato il tiro. Qui una ricostruzione che reputo fedele del servizio.
Anche qui una donna, spesso in shador in servizi dal medioriente, che dopo rutilanti e misteriosi passagi tra antri della scuola Olga Rovere, interviste senza volto per rimarcare l'aspetto scabroso, i suoni e montaggi angoscianti in stile noir, è giunta alla scoperta dell'ovvio, non senza tuttavia aver seminato dubbi e sospetti quando le cose già apparivano chiarissime ormai ai più.

Chiunque vorrà potrà analizzare la situazione quantitativamente e dal solo punto di vista dei titoli e della gogna mediatica persistente , ricorrendo alle news di google e battendo Rignano per avere un riassunto impressionante di ciò che è stato scritto e appare sul Web tra il 24 e il 28 aprile. Tanto è durata la follia unanime della stampa nostrana e il suo pessimo servizio.

Esiste un marcato conflitto tra alcune Associazioni di sostegno contro gli abusi e anche specifiche focalizzazioni di interessi sui minori. Il perchè di questo conflitto aperto che si riconosce nello stile e nelle dichiarazioni sul caso non lo so, nè mi interessa, ma se qualcuno ci mettesse il naso e grattasse un pò sotto le buoni intenzioni dichiarate non sarebbe male . In particolare una Onlus ha dato sostegno a casi di contagio clamorosi in tutta italia e ha prestato assistenza di vario tipo fin dal formarsi delle vicende.

Ci sono serie possibilità che il suo attivismo faccia più danni che bene, insomma che carichi di un eccesso di zelo le sue iniziative sopratutto mediatiche. E' anche quella che più si avvale dei mezzi di comunicazione, che appare più settaria e fideistica, che maggiormete buca il video, che scinde il bene dal male con toni da crociata.

Non mi pare che, come qualcuno ha sostenuto, si tratti solo di toni accesi per una battaglia tutto sommato giusta. E' invece il classico caso in cui si tende a buttare confusamente tutto in unico calderone, senza distinzioni di sorta per aumentare il numero di associati e militanti, senza andare per il sottile pur di soddisfare la causa. Si mira alla pancia.
Che si tratti di un eccesso d'amore per la propria battaglia o qualcosa di diverso , con modalità a volte un po' sinistre, è una cosa che credo vada accertata. Mi è d'obbligo segnalare il volto istituzionale e il volto per cosi dire "combattente" della questione mettendo due link che bisogna aver la pazienza di esplorare: Prometeo Onlus e Massimiliano Frassi l'inferno degli angeli.

Dei bambini , ma ancor più dei loro genitori, è bene non fidarsi oltre misura perchè stravedono l'uno per l'altro. E' comprensibile . Non porta da alcuna parte affidare a loro una qualsiasi verità se non per credere alla loro scontata innocenza. Però i minori sono mediamente anche infinitamente più affidabili se si sa ascoltare con grande cautela quello che hanno da dire: ovvero se stanno bene o se stanno male, niente di più.

Dei genitori nel caso di Rignano (ma vale anche altrove in casi clamorosi) si è dimostrato che c'è almeno una tendenza ad ampliare le risposte dei bimbi, a gonfiarle per trovare una razionale e comprensibile risposta ai quesiti che muovono dal loro comportamento disagiato e dai mutamenti di carattere apparentemente inspiegabili. Si avvia così una sorta di induzione circolare di sospetti.

In questa vicenda Laziale, come in altre analoghe, questo meccanismo di induzione dei comportamenti è abbastanza chiaro, documentato paradossalmente dai video dei genitori (per quel che si è visto e letto) , come è chiaro che una sofferenza è presente nei bimbi, non si sa pero' nè quanto, nè quando, nè come, nè dove questa sofferenza abbia avuto origine.
Bisogna affidarsi allora agli esperti che, per loro ammissione, non sanno ne possono dire alcunché se non notificare a loro volta un disagio. Sembra un vicolo cieco quindi se non esistono prove più tangibili; ma conduzione dell'inchiesta e' apparsa subito fragile, lacunosa , gravida di elementi indiziari largamente contradditori (per ammissini anche dell'inquirente) tanto da apparire financo più a favore degli indiziati per la sua intrinseca fragilità piuttosto che pesare a favore della ritenuta lesa.

D'altro canto nemmeno ci si può fidare più di tanto degli operatori della psiche: gli psicologi , che pure si schierano e offrono assistenze superficiali se non nulle. La loro verità è semmai terapeutica, mai uno stato di di malessere accertato dall'analista può essere ricondotto ad alcunchè di oggettivo, se non per tipi ideali alquanto fragili e circoscritti. L'idea letteraria e cinematografica che l'indagine psicanalitica o psicologica sia una indagine poliziesca per risolvere un caso è e rimane confinata alla letteratura. E' un abbaglio, ed è un abbaglio che se ha un senso e un valore va circoscritto ad un percorso individuale e non all'indagine criminale.

Personalmente (del tutto personale) ho anche seri dubbi che spesso le terapie psicologiche (viste la varietà individuali , l'influenza dell'ambiente e la quantità di teorie esistenti) possano essere l' aiuto decisivo; spesso non lo sono per gli adulti o gli adolescenti, figuriamoci per un bimbo; c'è una tendenza del tutto implicita negli operatori a sovrastimare il disagio, ad aggravarlo per elementi inconsci prpri o altrui, a dover tdominare una quantità sconcertante di fattori a quella eta' (3/5 anni) . Trane induzioni scientifiche per comportamenti devianti non è mai cosa automatica.
Quindi andarci piano con queste consulenze e solo se si reputa la questione molto grave e circoscritta ad un percorso terapeutico individuale.



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