morti per infortuni sul lavoro in Italia 1951-2007
valori assoluti - fonte Inail


Tutto è iniziato da un monito del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel 2006, seguito da un reiterato monito nel 2007 e dalla commozione per la tragedia della Tyssen alla fine del 2007. Da allora ogni caso di morte sul lavoro è seguito dalla stampa con titoli cubitali, condito da strazianti commenti .
Ogni morte violenta è ovviamente un disastro, una disfatta delle relazioni sociali . E' bene se ne parli e se ne scriva, ma le cose non stanno per nulla come appaiono sulle prime pagine della informazione.
Ci sono diverse accentuazioni possibili, ma le fotografie statistiche sono assolutamente contrarie a quel che si legge sulle colonne dei quotidiani o si apprende nella cronaca dai telegiornali.

  1. le statistiche Inail (Istituto Nazionale Assicurazioni Infortuni sul Lavoro), la fonte statistica più attendibile e precisa, testimoniano che le denunce per infortuni mortali in valori assoluti sono decrescenti dal 1961. Analoga campagna stampa a quella attuale sugli infortuni non si ritrova nemmeno nel decennio degli anni '80 quando in realta' gli infortuni mortali crebbero in Italia del 50 % in pochi anni;
  2. i tassi di morte sui luoghi di lavoro, calcolati per milione di ore lavorate o per 100.000 addetti, decrescono anche in valori relativi in modo del tutto simile ai valori assoluti;
  3. i cosidetti omicidi bianchi si condensano in un polo tecnologico e in un polo organizzativo: più della metà avvengono nell'industria delle costruzioni , i 2/3 nelle aziende al di sotto dei 15 addetti; le grandi e medie imprese sono responsabili di eventi nefasti che hanno semplicemente maggior stampa; tragedie eclatanti e impressionanti, ma per nulla caratterizzate da maggior frequenza;
  4. c'è una codevianza parallela tra casi di morti sul lavoro e lavoro irregolare e/o in nero , al contrario degli infortuni che sfuggono, le morti non sfuggono anche se si lavora in nero;
  5. i tassi armonizzati degli "omicidi bianchi" rivelano l'Italia uno dei paesi sicuramente più virtuosi della Unione Europea, ormai costantemente sotto la media europea (di poco); lavorare in Austria o Spagna è assai più rischioso, la Svezia indubbiamente meno rischioso;
  6. gli infortuni mortali sul lavoro sono pressochè invariati dal 2000 al 2007, non è vero che crescono;
  7. esiste una lenta sostituzione dei luoghi di infortunio: da tempo e lentamente assume sempre maggior peso il caso di decesso in itinere (spostamento nell'ambito di una mansione nel viaggio da / verso il lavoro) rispetto a quello tradizionale del lavoro operaio . In altre parole si puo' sostenere che ci siano decessi causati da incidenti stradali (caso che spesso sfugge all'Inail), anche non rilevat dall'inail; giusto di passaggio rammento che morti per incidenti stradali sonooltre 6.000 all'anno (5 volte superiori a quelli del lavoro) e che riguardano anche figure professionali ,non rilevate dall'INAIL, che confinano più con il lavoro autonomo che non con il lavoro dipendente.

Ce n'è abbastanza, penso, per sostenere che anche la campagna contro le morti nei luoghi di lavoro, sempre troppe ovunque finchè non si riducono a zero, non ha a che vedere con alcuna forma di stragismo e rappresenta un altro esempio di una politica e di stampa che fabbricano sensazionalismo , ravvivano riflessi condizionati mai sopiti ma errati, e soprattutto alimentano emergenze dubbie, piuttosto che a risolvere o sollecitare riflessioni su questioni scottanti.

La sicurezza sul lavoro è indubbiamente un fatto importante, ma riguarda piu' i 900.000 infortuni non mortali, comprensivi di inabilità permanenti, che i cosidetti omicidi bianchi. Nel 1951 c'erano 4,8 morti ogni mille infortuni denunciati , oggi siamo a 1,4 ogni 1000 infortuni sul lavoro di ogni genere. Quello che merita un supplemento di attenzione quindi è l'infortunio "normale", che di fatto è diminuito proporzionalmente troppo poco in 60 anni e che non è detto provochi meno tragedie sociali e individuali di un decesso.


Infortuni sul lavoro per ogni causa in Italia, dati complessivi
1951-2005

A margine una sola osservazione aggiuntiva: in momenti di boom economico o di ripresa economica sono caratterizzati da un aumento delle morti sul lavoro , tranne nell'andamento molto smorzato dell'ultimo decennio (1995-2005) , segnato dalla introduzione della legge 626 .

fonti: statistiche INAIL


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L'idea dell'attivissimo ministro della Difesa La Russa di militarizzare il controllo antinfortunistico con un nucleo speciale dei Carabinieri è una limpido esempio di demagogia insensata. I suoi riterati tentativi di militarizzare il territorio italiano con l'Esercito, facendo leva sulla presunta necessità di sicurezza dei cittadini, pare ormai anche piuttosto pericoloso.
Il suo è un salto mentale che non ci auguriamo.


INFORTUNI: LA RUSSA, A BREVE NUCLEO CARABINIERI CONTRO INCIDENTI LAVORO
Bruxelles, 13 giu. - (Adnkronos/Aki) - Il ministro della Difesa Ignazio La Russa intende "accelerare l'istituzione di un nucleo speciale di Carabinieri sugli incidenti sul lavoro". Lo ha annunciato lo stesso ministro, a Bruxelles per partecipare al Consiglio Atlantico della Nato. "Per noi - ha spiegato - il tema della sicurezza sul lavoro va tenuto allo stesso livello della sicurezza contro la criminalita', dobbiamo fare un salto mentale".

(Gdr/Gs/Adnkronos)



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