Alice: papà fra qualche giorno comincio le scuole medie, ho letto le materie che devo fare e ho un po’ di paura, sono troppe !
Papà: perché mai?
A: a me piace suonare e leggere, che me ne faccio di matematica, geografia, lingua inglese…?
P: tanto per cominciare suonare è un virtuosismo della musica e la musica ha una stretta parentela con la matematica, anche se non sembra. Poi alcuni scrittori erano anche dei matematici, senza contare quelli che usano quasi formule matematiche per fabbricare libri di successo.
A: non mi vorrai dire che Bach inventò le sue arie con la matematica ?
P: questo no, ma era un talento matematico inconsapevole. Lewis Carrol a cui ho rubato l'idea del tuo nome era un logico , insegnava logica in Inghilterra.
A: ma dai ! ho letto quel libro , c'è tanta fantasia, ma matematica non ne ho vista. Da nessuna parte parla dell'area del cerchio o dei quadrati o delle frazioni.
P: è vero ma se stai attenta , il suo libro su Alice nel paese delle meraviglie si chiude come un cerchio, circumnavigando la storia di Alice come fosse il calcolo di un'area.
A: ecco ! …mi prendi in giro …
P: … Dio me ne guardi, faccio un giro sul cerchio di Carrol che riempiendo di cose insensate e magiche la storia di Alice suggeriva che l'unico senso della vita di una bambina è una dolce giornata di primavera. Cioè suggeriva che la logica è una frazione incoerente,circoscritta e stramba della vita.
A: quei grafici di danno alla testa. Scusa papà , ma perché vuoi mischiare le cose ?. Carrol ha scritto un libro di fantasia e per quanto mi piaccia l'ha fatto per avere successo, non per parlare della logica.
P: qui ti sbagli. È tutt'altro da quel che sembra. Anzi la narrazione, se devo essere sincero, non è poi un gran che. Stufa un poco quel linguaggio. Anche la musica di Bach stufa un poco con tutti quegli andirivieni che a volte sono proprio monotoni.
A: va bene, va bene. Sai ho letto quello che scrivi su di me sul forum. Mi sono anche divertita, ma io non parlo così, non sono così stupida come a volte mi fai sembrare. Poi non capisco perché parli di me in un posto dove si discute di grafici. Che accidenti significa ?
P: Non parlo di te. Illustro agli amici alcuni aspetti della borsa insieme a te, perché spesso si dimenticano alcuni aspetti infantili di chi vuole fare soldi con la borsa.
A: questo non lo capirò mai ! Per me quando mamma torna a casa con la borsa della spesa spende i soldi. Mica li guadagna !
P: vero. Ma tu mangi, studi e tutto questo ti servirà per fare i soldi per vivere quando sarai più grande. Anche per poter usare internet per le tue ricerche, come vuole la maestra.
A: guarda che la maestra ci fa fare le ricerche su internet perché poi con quello che le portiamo a scuola ci fa una lezione.
P: come quella sul corpo umano ?!
A: certo lei ha preso tutti i disegni e i testi che abbiamo stampato da internet ; ha selezionato le cose migliori e poi ci ha fatto un fascicolo per tutti e su quello ha preparato le lezioni.
P: se non c'era internet dunque niente lezioni . Ma tu hai imparato qualcosa su internet ?
A: ho imparato a usarlo, è facile. Si trova tutto.
B: e sul corpo umano cosa hai imparato ?
A: dopo che lei ci ha fatto la lezione ho imparato a conoscere gli organi, il sistema circolatorio e altro. Adesso so perché il sangue dopo le sbucciature fa le crosticine sulle ginocchia
B: Qui non sono d'accordo. Secondo me prima hai imparato che cadendo si fanno le sbucciature e poi che accade qualcosa che è doloroso ma non pericoloso grazie alla coagulazione del sangue. Ma su internet hai imparato qualcosa ?
A: ad usarlo, te l'ho detto, ma non riesco bene a capire cosa sia. Mi sembra un libro o un giornale, con tante notizie di tutti i tipi che si trovano facilmente con un motore di ricerca.
B: Senza internet dunque niente lezioni e niente notizie ?
A: che ragionamenti... !
....
P: Sai Alice ho un problema. Oggi la Telecom mi ha scritto che non mi fa più telefonare. Qui le cose non vanno tanto bene e hanno tagliato la bolletta. Per un po’ dovrai rinunciare a internet.
A: ... ma ...come ?! .. io come faccio per le mie ricerche ?
P: beh, ti piace la musica e leggere, quindi il resto non ti serve a niente. Tutte quelle cose diverse che insegnano a scuola sulle conoscenze umane servono a ben poco per saper suonare e leggere.
A: ...ma ... a scuola come faccio ? se mi chiedono una ricerca come faccio ???
P: usi i libri e l'enciclopedia.
A: ma sui libri ci sono tante cose che non servono, spesso inutili. Occorre sfogliarli tutti e leggere cose che non c'entrano nulla con quello che vogliono i maestri, si perde tempo !
P: Mi dispiace, ma ripeto non mi pare un gran danno, a te interessa solo suonare e leggere e questo puoi ben farlo senza internet.
A: ... ma mi prenderanno in giro. Dovrò sempre chiedere agli amici... Dai papà !
P: non mi starai dicendo che non puoi vivere senza internet !?
A: certo che posso viverci, ma senza mi sento in difficoltà con i compagni e i maestri. Non voglio essere guardata come una mosca bianca.
P : abbi pazienza, vedrai che le cose miglioreranno. Magari un giorno ti farò una lezione sulla borsa parlandoti solo di Bach. O di Bach e internet.
A: ma sono cose che non c'entrano nulla! come i cavoli a merenda. Io credo che a volte ti compiaci di fare queste affermazioni provocatorie, solo per metterti in mostra. Bach e la Borsa , Bach e internet ...??!!, ….ma a quel grafico piccolo che cosa è, sembra una cascata ?
P: È di una società che si chiama Tiscali, fa delle cose per internet.
A: e perché casca così ?
P: perché li dentro ci mettono di tutto un po’ e la gente che prima pensava che di tutto un po’ servisse e ne comprava tante. Ora ne è meno convinta. Ma poi cambieranno idea, perché quando si crede che sia meglio fare bene poche cose poi ci si stanca e rimonta l'idea che se ce ne sono molte il valore di chi ne fa molte cresce di più.
A: come nei supermercati grandi e quelli piccoli ? meglio quelli grandi, no ?
P: esattamente così. Questo anche nel campo delle idee: più sono e più sono interessanti, poi all'improvviso diventano inutili e sembra che l'affollamento di idee sia un divagare senza arte nè parte e si preferisce coltivarne poche. Quelle strettamente necessarie
A: ... alla fine tu dici che dovrò farmi piacere anche le altre materie a scuola ?
P: ti conviene, cara Alice, ti conviene …

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