Il piano Fenice è in stato di avanzamento, si discute dei particolari. La corda è stata tirata per benino (2 milioni di euro persi al giorno) come ai vecchi tempi della Gepi, e ora che non c'è più ciccia per gatti la questione si risolve in uno slogan: per salvare Alitalia si fa così, punto e basta. Mica vorrete che fallisca ?
In realtà Alitalia è fallita da tempo, diciamo un paio di anni. Complici la politica elargitoria e spartitoria, qualche sindacato mentecatto , gli slogan elettorali i manager non proprio limpidi.
Dopo la campagna elettorale del 2008 Alitalia è ancora più fallita, ma l'idea di fare uno spezzatino a carico dei contribuenti e dei dipendenti era troppo golosa. Silvio Berlusconi con il decisivo apporto di una parte del sindacato, completamente impazzito, ha costruito il suo spot elettorale anche su questo tragico caso.
Morale: un accordo con Air France/Klm che prevedeva 2000 esuberi, investimenti per 3 miliardi è stato fatto saltare per offrire ai soliti furbetti del quartierino qualcosa da sgranocchiare in cambio del loro apporto pari a una dichiarazione annuale dei redditi (mediamente 70 milioni di euro procapite di 16 nuovi imprenditori).
Qualcuno fa i conti in tasca a questa operazione bislacca per i contribuenti, non certo per i partecipanti che a diverso titolo chiederono in cambio. Lo sanno perfino i cantanti.
I conti, visti così sulle pagine de l'Espresso, non sono per nulla peregrini e al minimo l'idea che lo stato sopporterà un aggravio di circa 4 miliardi non è per nulla bislacca: corrisponde all'incirca a quanto Air France era disposta a spendere . Lì spendeva air france, qui invece spende il contribuente per dare una manina e un aiutino ai magnifici 16 salvatori della compagnia di bandiera. Alcuni dei quali già fa sapere che tra qualche anno passerà all'incasso per riscuotere il premio di rischio.
La questione Alitalia è un tormentone ventennale, non c'è italiano indisposto a bersi qualsiasi stupidaggine purché la questione abbia finalmente termine per non pensarci più. Il gioco quindi è facile, si basa sulla stanchezza.
E infatti questo piano Fenice imbastito in sei mesi da Banca Intesa , da Berlusconi con i suoi consulenti di fiducia e con il fattivo e imbecille costante apporto di Raffaele Bonanni, ora è sbandierato come il meglio che ci sia: gli affari li facciamo noi in casa nostra (con i soldi dei contribuenti), i franco olandesi e i contribuenti italiani si attacchino. E pure i dipendenti si attacchino.
Gli spot e le trovate pubblicitarie ormai non si contano e la realtà è generosamente deformata.
E certo che la nuova compagnia sopravviverà : il letame è stato occultato con il gioco delle tre carte sotto il tappeto di una Bad Company che graverà sul bilancio dello Stato, ma di cui nessuno saprà piu' nulla, e la nuova compagnia CAI (vero alpinismo funambolico) nasce senza zavorre, teoricamente completamente profittevole, almeno finché riesce a mantenere politica e sindacato alla larga. Ma si tratta di figure ingombranti , difficile possano resistere a lungo. Si tratta di aspettare quindi qualche anno , avviare la nuova impresa e poi collocarla tra le braccia di qualcun altro. Una nuova Telecom-Tim o Autostrade. L'eterna storia della mano collusa della imprenditoria finanziaria con Stato e Banche.
Anche alla Cisl e lla Uil sono felici e giulivi come pasque: che sarà mai avere il doppio degli esuberi rispetto alla metà della soluzione francese ? Che ce ne facciamo di simili sindacati, incapaci, intrallazzoni e sciocchi fino al midollo ?
Ormai è pura carne della peggior burocrazia.
Intanto consultate qui, una valanga di cassa integrazione si abbatte sul tessuto industriale e nessuno dice praticamente nulla. Silenzio, lì gli affari son solo roba per pidocchi.
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